Lo scheumorfismo è un ornamento fisico o grafico apposto su un’oggetto al fine di richiamarne un altro. Principalmente questi oggetti, stili o ricordi che esso vuole richiamare sono cose del passato, un filo nostalgico.

Ad esempio un software che vuole richiamare lo stile della carta reale mostrando i dati suddivisi in pagine animate.

Etimologia della parola

La parola scheumorifismo deriva dal greco ed è comporta dalle parole contenitore e forma. Inizialmente lo scheumorfismo si riferiva a oggetti reali. Ad esempio venivano creati gioielli in ceramica, affinché essi fossero fruibili per tutto. Oggigiorno un esempio di scheumorfismo possono essere gli oggetti in plastica lavorati in modo da richiamare il legno o altri materiali naturali.

Libreria
Una libreria scheumorfica

Ma la parola assunse un’accezione leggermente diversa con l’avvento dell’era digitale. Qui lo troviamo nei programmi per le interfacce grafiche, che vogliono simulare oggetti o materiali reali.

Lo scheumorfismo digitale

Nel mondo digitale questa tecnica è spesso utilizzata per rappresentare le icone di una app o per rappresentare il profilo estetico di essa. La loro caratteristica è che questa immagine non deve avere alcuno scopo se non quello puramente estetico.

Un esempio lampante, conosciuta da tutti, è la calcolatrice digitale presente su ogni tipo di computer o device. Essa, infatti, ricorda moltissimo una vecchia calcolatrice fisica, ma questa forma non ha alcuno scopo pratico, se non quello estetico. Allo stesso modo troviamo il cestino sul nostro desktop, o il profilo di una lettera imbustata per le mail.

Queste immagini, tuttavia, rimangono nel nostro immaginario e mai potremo pensare di trovarle diversamente, nemmeno se la tecnologia va avanti. Un esempio in questo senso è il floppy disk come icona per la funzione di registrazione di un documento. Nonostante questo oggetto sia obsoleto e appartiene al passato (e probabilmente le nuove generazioni non ne hanno nemmeno mai visto uno) esso rimane indissolubile con il suo significato intrinseco.

Apple e lo scheumorfismo

Un grande sostenitore di questa corrente fu Steve Jobs, che ne fece un must in tutti i suoi device apple. Si può dire che lo scheumorfismo digitale vide la sua nascita proprio con Steve Jobs, prima dell’avvento dei prodotti Apple, infatti, esso non veniva utilizzato quasi mai. Non vi era ragione di far assomigliare gli strumenti digitali a quelli reali, giacché l’informatica era riservata a pochi.

Scheumorfismo
Apple con e senza scheumorfismo

Nel 2008 uscì il primo iPhone completamente rifinito con grafiche scheumorfiche. È così che dal 2008 al 2012 nel mondo della grafica questa corrente esplose quasi incontrollabilmente.

Tutto ciò perché l’iPhone doveva essere facilmente utilizzabile da chiunque. La grafica doveva aiutare l’utente creando un ponte tra il reale e il digitale.

Quest’esplosione di realismo portò il digitale alla portata di mano di milioni, miliardi di persone. E adesso che tutti hanno acquisito questa nuova conoscenza ci può essere una leggera inversione di tendenza. Anche Apple, infatti, ha abbandonato un poco lo scheumorfismo, per realizzare icone più stilizzate, perché ora gli utenti sono in grado di riconoscerle anche se non sono fedeli riproduzioni della realtà.

Così lo scheumorfismo se ne va silenzioso, tra la nostalgia di chi lo ha amato e i dubbi che sono rimasti a chi non lo aveva mai realmente accolto. Ora gli utenti sono istruiti e non hanno più bisogno di fronzoli e giochi di ombra e luce. Per questo si è lasciato il posto a qualcosa di più essenziale: il flat design.