Si è aperta lo scorso 20 maggio la nuova Biennale Architettura 2023. In questo articolo vediamo perché partecipare (avete tempo fino al 23 novembre di quest’anno) e quali sono le criticità secondo i maggiori esperti del settore.

Biennale Architettura 2023: dove, ma soprattutto chi

Dallo scorso 20 maggio in cui si è aperta questa nuova edizione della Biennale Architettura 2023 sono usciti online diversi articoli dedicati all’evento che sarà aperto al pubblico fino al prossimo novembre.

Le opinioni in merito sono discordanti. In molti considerano la manifestazione arrivata ad un punto morto. Questo perché le nuove costruzioni sempre più gigantesche realizzate dal 2001 in poi sono opere di architettura che danno sicuramente lustro agli architetti e artisti che ci hanno lavorato, ma in realtà non sono portatrici di uno spirito nuovo, di rinascita.

biennale architettura 2023
Come sta andando la Biennale Architettura 2023? Scopriamolo in questo articolo.

Con la globalizzazione in architettura si è creata una vera e propria crisi stilistica che ha portato come conseguenza la ripetizione esaurita e distrutta di alcuni stereotipi figurativi. Tutto gioca sulla sorpresa, sulla meraviglia e lo stupore, ma alla fine queste costruzioni che dovrebbero rimanere nella storia non raffigurano altro che l’insensibilità rispetto alle diversità che il mondo ci propone.

Tornando a parlare della Biennale, si terrà come sempre a Venezia presso i Giardini e l’Arsenale in cui sono stati situati rispettivamente il padiglione centrale e gli spazi espositivi. La curatrice è Lesley Lokko. Una donna forte, di origini africane, scelta per l’incarico con l’obiettivo di rendere la manifestazione aperta e volta a tutto ciò che è non convenzionale.

La curatrice: Lesley Lokko

Adesso apriamo una piccola parentesi proprio sulla curatrice della Biennale Architettura 2023: Lesley Lokko. Come abbiamo accennato, è stata scelta proprio per le sue origini e perché si tratta di una figura professionale di spicco nel mondo dell’architettura fuori però dal giro dei grandi incarichi professionali.

Lokko è stata individuata e ritenuta la figura ideale per raccontare storie diverso dal consueto. L’obiettivo era che la sua visione fosse un nuovo punto di vista per dare la parola ai paesi emergenti che sono anche i paesi in cui viene effettuata una ricerca architettonica volta a risolvere la crisi del settore.

biennale architettura 2023 lokko
Lesley Lokko è la curatrice della Biennale di quest’anno.

La Biennale di Lokko vuole essere un evento contro la manifestazione della spettacolarizzazione imposta dalla società degli ultimi anni 2000, finalizzato principalmente ad individuare e promuovere progetti nuovi, giovani, sperimentali e tecnologici. Dietro a questi progetti ci sono valori sociali e simbolici su cui si cercherà di costruire un futuro migliore.

Per alcuni la Biennale Architettura 2023 è deludente

Nonostante gli obiettivi posti dalla curatrice della Biennale Architettura 2023, per alcuni questa edizione della manifestazione sarebbe una deludente mostra di architettura. Per alcuni esperti l’architettura sarebbe addirittura mancante.

Questi giudizi non rispettano quindi le aspettative di Lokko e degli altri organizzatori che invece speravano di aprire nuove vie di comunicazione al settore. Ma quali sono le critiche mosse all’evento? In primis che secondo alcuni si tratterebbe più che altro di un evento di sociologia e arte piuttosto che di un evento volto a sostenere l’architettura.

biennale architettura 2023 venezia
Biennale Architettura 2023: come sempre nei luoghi storici della città di Venezia.

Secondo alcuni si tratterebbe solo di esclusivamente di una manifestazione contro lo star system.  Questo sistema produce ormai da troppi anni forme appariscenti senza senso. L’obiettivo sarebbe opporgli concept inesistenti e non strutturati che non vanno a tentare di risolvere problemi ambientali o di spazio di costruzione.

L’architettura nasce come arte per valorizzare le città, i territori e risolvere i problemi che le società che li vivono gli impongono. Durante questa edizione della Biennale non si fa altro che lavorare di intelletto e celebrare l’accademismo, il che vuol dire proporre soluzioni poco pratiche, incapaci di guardare la nostra realtà attuale dal punto di vista che non sia vecchio e scontato.