Re-Humanism. Re-Define the Boundaries” è una mostra collettiva svoltasi a Roma nel corso del maggio scorso (2021), la quale ha voluto riflettere e far riflettere sul rapporto tra arte moderna e Intelligenza Artificiale.

Re-Humanism Art Prize

Quella del 2021 è la seconda edizione del Re-Humanism Art Prize, una mostra dove sono esposte le opere vincitrici del concorso.

Re-Define the Boundaries
Re-Define the Boundaries

Il Re-Humanism di quest’anno ha lanciato un call dal titolo “Re-Define the Boundaries”, con lo scopo di spiegare il delicato rapporto tra arte moderna e intelligenza artificiale.

Il concorso e la mostra sono a cura di Daniela Cotimbo, presidente dell’associazione Re-Humanism.

La call ha raggiunto le duecento candidature, da artisti proveniente da tutto il mondo, ma i finalisti sono stati solamente 10.

Scopo di ogni concorso dell’associazione Re-Humanism è la ricerca di una visione propositiva del futuro, incentivando e incoraggiando l’uso dell’intelligenza artificiale e cercando di spiegare i suoi risvolti sociali e culturali.

Re-Define the Boundaries in mostra al MAXXI

“È tempo di andare oltre le classificazioni operate dalla natura” – Daniela Cotimbo.

Le 10 opere finaliste sono, poi, state esposte al MAXXI di Roma, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. “Re-Humanism, Re-Define the Boundaries” è il titolo della mostra rimasta esposta dal 5 al 30 maggio.

Ad aiutare la curatrice Daniela Cotimbo c’è il sostegno di Alan Advantage.

Oltre alle opere dei 10 finalisti del Re-Humanism Art Prize, si è aggiunta l’opera dell’artista Francesco Luzzana, vincitore del Romaeuropa Digitalive Prize, che sarà esposta durante il festival romano nell’autunno del 2021.

Il rapporto tra AI e arte moderna

Che rapporto c’è fra un arazzo di lana e sete, un algoritmo generativo e l’estinzione delle tigri? Come ipotizzare nuove forme di socialità partendo dallo studio delle barriere coralline attraverso il deep learning? Qual è il confine fra umanizzazione della macchina e disumanizzazione dell’individuo? Che suono hanno le mutazioni del codice genetico? Può il personaggio di un videogame riflettere sulla propria esistenza?”.

Molecular
Molecular, una delle opere esposte alla mostra

Queste sono le domande (e molte altre) che gli artisti si sono posti per cercare di rispondere alla call for artist dell’associazione.

La mostra vuole antropizzare l’intelligenza artificiale, facendo capire che essa può essere la fase di partenza per un nuovo modo di vivere e di concepire il futuro.

Inoltre, si cerca di spiegare che l’intelligenza artificiale è qualcosa di molto più articolato e complesso di quello che noi crediamo di sapere. Essa non si “limita” ad animare le macchine come nei migliori (e peggiori) film di fantascienza.

Re-Define the Boundaries non vuole essere la solita mostra che utilizza la tecnologia come mero apparato multimediale. Ma qui si vuole definire un terreno neutro, dove la tecnologia è parte integrante dell’arte e della vita stessa.

Le opere esposte

Come dicevamo alla mostra Re-Define the Boundaries sono state esposte le opere dei 10 artisti finalisti.

L’opera dell’architetto e ricercatore norvegese Feileacan McCormick e della neural artist Sofia Crespo, ad esempio, esprime un messaggio che si muove tra ecologico e sociologico.

I due, meglio conosciuto come Entangled Others, sono un duo artistico con sede a Berlino. L’opera si intitola “Beneath the Neural Waves 2.0” e si propone lo scopo di realizzare un ecosistema marino in digitale. L’opera arriva dopo un approfondito studio sulla barriera corallina ed è un modo per esplorare la biodiversità e le relazioni tra le specie.

Inoltre, il duo ha fatto largo uso del deep learning, per ricavare i pattern di questi ecosistemi e trasformarli in un ambiente tridimensionale.

Un’altra opera che è stata esposta al Re-Define the Boundaries è il Three Thousands Tigers, di Irene Fenara. L’artista è partita da 3000 foto di tigri, il numero degli esemplari attualmente rimasti, e, attraverso un algoritmo generativo, ha realizzato un incredibile arazzo in tessuto.

Queste sono solo alcune delle opere che sono state esposte alla mostra, ma da tutte trapela la stessa stretta connessione tra Ai, natura e arte moderna.