Il marketing è una disciplina che permette alle aziende di farsi notare, creare un’identità e di conseguenza vendere i propri prodotti o servizi in abbondanza, crescendo e arricchendosi. Per questo ogni dettaglio che costruisce il DNA di un’impresa non deve essere lasciato al caso, perché potrebbe contribuire anche in minima parte a creare in un potenziale cliente un sentimento positivo.
Una branca importante di questa disciplina è il neuromarketing, ovvero quello studio che ragiona sulla psicologia e sui comportamenti automatici delle persone. In particolare, si è molto discusso sull’impatto che i colori hanno sul nostro cervello: perché alcuni marchi sono associati al rosso, al verde o al blu? Come li percepiremmo se avessero un altro colore?
Queste domande sembrano banali, ma non lo sono per niente. Infatti non è un caso se molti loghi sono abbinati a specifiche tonalità. Il colore giusto può rendere un marchio più o meno riconoscibile, può costruire un’identità più o meno forte. E dunque, determinare l’aumento delle vendite. Vediamo ora in quali casi viene usato il bianco nel marketing.
Il bianco nel marketing
Iniziamo con il dire che il bianco è il colore neutro per eccellenza. Alcuni potrebbero dire che è un “non colore”, insieme al nero. Infatti anziché rappresentare una sfumatura a sé, il bianco racchiude tutti i colori della luce. È per questo considerato molto luminoso, associato spesso al sole.
I significati che ad esso sono attribuiti anche inconsciamente sono molteplici. Dipende tutto dal contesto in cui ci si trova. Eppure possiamo circoscrivere il valore di questo colore in alcune aree.
Solidità e durevolezza
Benché spesso il bianco sia associato al concetto di semplicità, questo colore ha anche molto in comune con i metalli. La nostra mente infatti ci porta a pensare a qualcosa di resistente, solido, durevole.
Di questo hanno approfittato numerose società. E quali sono i settori che più degli altri hanno bisogno di dare un’idea di sicurezza? Sicuramente quello automobilistico e quello tecnologico. Molte marche in questi campi hanno inventato loghi che rispecchiano perfettamente il messaggio che vogliono trasmettere e danno al consumatore la possibilità di fidelizzarsi più o meno consapevolmente.
Purezza e freschezza
Nell’immaginario collettivo associamo il bianco a una persona pura, il cui cuore non è stato macchiato o contagiato da colpe. È un pensiero inevitabile e per questo la purezza morale spesso viene abbinata anche a quella concreta: insomma, agli oggetti puliti e all’igiene delle persone. Ci sarà un motivo per cui le divise da cuoco e i camici dei dottori sono di questo colore: devono instillare in chi li vede l’idea di pulizia e sterilizzazione.
La ricaduta commerciale di tale idea può essere legata nel suo senso più concreto al settore della pulizia domestica e dell’igiene personale, dunque al settore medicale. Nella sua accezione più morale il bianco è invece associato a tutto ciò che ha a che fare con la religione. Non è un caso dunque se tutte le cerimonie e i sacramenti prevedono vestiti chiari: battesimo, comunione, cresima, matrimonio.
Perfezione e saggezza
Essendo il bianco un colore neutro e puro, è anche in qualche modo associato alla perfezione, e così alla conoscenza. Questo perché solitamente vengono considerate sagge le persone più anziane, che hanno vissuto più esperienze negli anni passati. Essi presentano come tratto distintivo appunto i capelli bianchi.
I settori in cui ciò può essere sfruttato al meglio sono sicuramente quelli della moda e del design. Ma anche le piattaforme di informazione non si sottraggono all’efficacia del colore bianco.
Bianco nel marketing: alcuni esempi
- Settore tecnologico: esempio di prodotti che danno idea di solidità e durevolezza sono quelli che teniamo ogni giorno in mano, i nostri telefoni. Apple ha infatti scelto proprio questo messaggio per fidelizzare i clienti.
- Settore automobilistico: numerose case produttrici di auto per dare ai clienti la percezione di essere più sicuri alla guida del proprio veicolo hanno scelto un logo bianco. Alcuni esempi? Honda e Mercedes.
- Settore conoscitivo: se il bianco è anche associato alla saggezza, non poteva non approfittare di tale connessione la piattaforma numero uno al mondo per diffusione di sapere. Si tratta di Wikipedia, che con il suo puzzle a forma di mappamondo trasmette affidabilità conoscitiva. Non a caso è ciò a cui ci rivolgiamo sempre quando non sappiamo qualcosa.
- Settore pulizia: il bianco dà subito l’idea di pulito, senza macchie. Basta guardare una pubblicità di detersivi: di che colore è la maglietta che si sceglie come campione per testarne l’efficacia? Il bianco è talmente legato alla purezza che molte marche, come ACE, hanno scelto di “sbiancare” anche il proprio logo, o addirittura, come Omino bianco, il proprio nome!
- Settore design: l’elenco qui potrebbe essere lunghissimo. Si pensi solo alle riviste di design e moda. Marie Claire, Cose di casa, Hearst home, Interni, Ville&Casali, ma anche Vogue e Vanity Fair.