Il neuromarketing è un campo della psicologia applicata che spiega e analizza l’impatto che la pubblicità e le strategie di marketing hanno sul consumatore. Per fare ciò si avvale di tecniche di indagine psicologiche e neurologiche che indagano sui meccanismi che spingono il consumatore a fare determinati acquisti.

Sembra tutto molto complicato, ma cerchiamo di semplificare la psicologia applicata del neuromarketing con esempi concreti. Ci troviamo in un supermercato e un consumatore sta decidendo tra due prodotti che si trovano su uno scaffale molto simili tra loro. Alla fine, ovviamente, ne sceglie solamente uno dei due, ma perché l’uno e non l’altro? Cosa lo ha spinto a prendere quella decisione? Ecco, il neuromarketing vuole dare una risposta a questa domanda.

Come funziona il neuromarketing

Ora che la sua natura appare più chiara dovremmo cercare di capire come funziona il neuromarketing, e ciò inizia ad essere decisamente più complesso. Questo perché la psicologia umana è complessa e talvolta non vi è una risposta logica alla domanda in questione. Talvolta le scelte prese sono totalmente irrazionali.

Non essendo possibile capire il meccanismo del cervello, che talvolta prende strade del tutto inaspettate, dal solo punto di vista psicologico, si è dovuto ricorrere al campo medico-neurale. Grazie a quest’ultimo, infatti, sono state individuate quali aree del cervello si attivano nel momento in cui il consumatore scegli l’uno o l’altro.

Neuromarketing
Come prende le decisioni il cervello?

Queste decisioni, infatti, si sviluppano nelle regioni più profonde del cervello umano, nel sistema limbico, lo stesso che regola le emozioni. Mentre le regioni più esterne del cervello, il lobo frontale e la neocorteccia, quelle dove si sviluppano ragionamenti logici e razionali, sono molto meno attive nel momento della decisione.

Ciò vuol dire che la decisione non è dettata da un ragionamento logico, ma emotivo. Questa rivoluzione del neuromarketing ha portato la pubblicità a muoversi in tutt’altra direzione.

I vantaggi

Questa particolare branchia della psicologia applicata al marketing e alla neurologia è decisamente recente. Il primo a coniare il termine neuromarketing, infatti, fu Ale Smidtz, solamente nel 2002. Il concetto di per sé non era nuovo, ma era un argomento di cui si era già discusso in passato. Tuttavia la sua reale applicazione in campo pubblicitario e nel marketing è piuttosto recente.

Ma vi sono davvero dei vantaggi concreti del neuromarketing?

Senza dubbio, la raccolta di tale informazioni ci può aiutare a costruire un messaggio pubblicitario più coinvolgente, efficace e persuasivo. Tuttavia il suo utilizzo più vantaggioso è stato dal punto di vista medico e non commerciale, aiutando a capire uno dei processi più complessi del cervello umano: prendere una decisione.

Questo non vuol dire che sia inutile utilizzarlo anche in campo pubblicitario, il neuromarketing può affiancare le più comuni strategie di marketing e aiutare a migliorare la comunicazione e le tecniche di vendita.

Il neuromarketing e il web design

Ma arriviamo a noi, è possibile applicare il neuromarketing al web design? Ovviamente si se ne è stata dimostrata la sua efficienza in campo pubblicitario.

Moltissime grandi aziende stanno implementando la loro area branding con il neuromarketing, per analizzare le reazioni dei consumatori nei confronti dell’azienda. Ma, ovviamente, può essere utilizzato per capire le loro sensazioni nei confronti del design del prodotto, della pubblicità, ma anche della vendita diretta in negozio e, infine, dell’esperienza online.

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Il neuromarketing nel web design

Tutto ciò è applicabile al web design. All’utente bastano pochi secondi dal momento in cui apre un sito internet per farsi un’idea di quest’ultimo e scegliere se rimanere o andarsene. Ora sappiamo come scatena quella decisione.

Dobbiamo suscitare delle emozioni, come la fiducia, ma anche l’ansia seguita subito dopo dalla soluzione, questo è ciò che ci insegna il neuromarketing, altrimenti i consumatori non sceglieranno noi.