Sapete che cos’è l’arte della fuga? Se lo digitate su Google troverete tante cose diverse. Oggi vi parliamo nello specifico di una mostra molto interessante che si è appena conclusa a Roma. La mostra in questione si chiama The Captured House. Rome

Arte della fuga: piccola introduzione

Principalmente, si parla di arte della fuga in campo musicale. Infatti, la più famosa tra le opere di Johann Sebastian Bach è titolata proprio in questo modo ed è una raccolta di composizioni musicali realizzate per virtuosismi.

In campo artistico invece si parla di arte della fuga quando si mette nero su bianco tramite pittura o fotografia un soggetto che compie un’azione di denuncia.

arte della fuga bach
Johann Sebastian Bach, il fautore dell’arte della fuga in campo musicale.

Nel caso specifico della mostra di cui stiamo per parlarvi si è ritratto momenti drammatici e salienti della guerra in Ucraina. Mentre la guerra si sta ancora consumando, si mostrano immagini di donne e uomini che fuggono, attendono, sperano e delle macerie in cui sono costretti a vivere.

The Captured house. Rome

Cosa racconta The Captured House. Rome? Racconta l’arte della fuga di uomini, donne e bambini che stanno vivendo una guerra. Persone che vedono il loro paese disgregarsi sotto i loro occhi giorno dopo giorno.

Una mostra itinerante, la cui sessione romana si è conclusa lo scorso 16 giugno. Si è tenuta al WeGil, un hub culturale molto conosciuto promosso dalla Regione Lazio nel quartiere di Trastevere.

the captured house rome
The capture house. Rome è la mostra che racconta la guerra in Ucraina mentre essa si consuma.

Una mostra che documenta e denuncia con 200 opere di artisti ucraini contemporanei la guerra in Ucraina. Artisti che incoraggiano con i loro lavori a guardare dentro il dramma del conflitto: vogliono che il pubblico internazionale si senta parte del disagio che stanno vivendo i cittadini ucraini.

Arte della fuga = Denuncia e Riflessione

L’obiettivo della mostra quello di denunciare ciò che sta accadendo e far riflettere coloro che non vivono la guerra in prima persona.

La si vede alla televisione, sui social, la si legge sui giornali, ma alla fine, non sapremo mai davvero cosa provano e cosa stanno vivendo i cittadini ucraini. Con questo escamotage dell’arte della fuga utilizzata come mezzo per creare un collegamento empatico tra persone lontane, la guerra diventa una cosa reale e vicina, per tutti.

Tra gli artisti della mostra Alevtina Kakhidze, Vlada Ralko e Dariia Koltsova. Ovviamente non figurano solo nomi femminili: anche Mikhail Ray, Kinder Album, Evgeniy Maloletka e Maks Levin, sono parte integrante del progetto. Artisti che da tempo danno voce all’Ucraina e che con questo progetto cercano di sensibilizzare l’Europa e il mondo a ciò che stanno vivendo i loro compatrioti.

Crudità e Volti

La bellezza di queste opere è la loro componente realistica. Si mostrano le macerie, i volti: tutto. The Captured House. Rome nasca dopo l’attacco della Russia, momento in cui molti di questi artisti sono rimasti a Kiev e zone limitrofe nonostante le bombe.

Dopo aver esposto in primis a Berlino si sono poi spostati fino ad arrivare a Roma. Da dove nasce il titolo? Dalla volontà di mostrare e ricordare la costrizione alla fuga subita. Un disagio che il popolo ucraino sta ancora vivendo: molti ucraini infatti sono tutt’ora in fuga dalle loro case invase da forze sconosciute.

Un male incommensurabile che deve essere comunicato e sentito da tutti. L’idea di questa mostra d’arte della fuga sta nell’immergersi nell’atmosfera ucraina, per sentire cosa realmente sta accadendo, per spingere il mondo a fermare questo scempio il prima possibile.

Dopo Roma, la mostra si sposterà a Parigi (dov’è attualmente) e ad Amsterdam. Speriamo che i visitatori riescano a sentire tutto questo e a raccontarlo ai posteri con spirito di iniziativa e pace.