Oggi vogliamo fare un approfondimento sulle strategie di content marketing e parlarvi del visual storytelling. Vediamo come farsi aiutare dagli algoritmi neurali per classificare i contenuti e costruire un profilo d’interesse per gli utenti del nostro target di riferimento.

Visual storytelling: comunicare il valore aziendale

Se state cercando il sistema giusto per comunicare il valore della vostra azienda e rendere così il vostro un business di successo, allora dovete provare la visual storytelling.

Storicamente parlando infatti possiamo dire che stiamo assistendo ad un analfabetismo visivo. Come la nascita della scrittura, la prima vera rivoluzione in ambito comunicativo, ad oggi stiamo vivendo un momento in cui le immagini spesso comunicano molto di più delle parole.

L’idea è quella di lasciare una traccia ben precisa di sè, in modo che le persone si ricordino di ciò che facciamo e di chi siamo. Stiamo parlando della possibilità di assorbire una moltitudine di messaggi che la Rete ci restituisce quotidianamente.

La mente umana ha dei limiti in merito, ma c’è un modo per catturare l’attenzione degli utenti e mantenere il focus sul nostro business, ovvero utilizzare le immagini che raccontano e veicolano concetti.

Queste immagini devono essere incisive, piacevoli ed intuitive. In questo modo il nostro cervello avrà maggiore possibilità di assimilare più facilmente gli elementi visuali e creare un legame con il loro messaggio.

L’importanza del visual storytelling

Raccontare una storia con le immagini è la chiave per trovare un legame tra bisogni reali e non.

Il visual storytelling è in crescita. Una crescita testimoniata dal suo boom sui social, dove il visivo rappresenta più dell’80% dei contenuti pubblicati, con una media di 250 milioni di foto al giorno.

visual storytelling comunication
Il visual storytelling è importante per entrare in contatto con la mente del target di riferimento attraverso le immagini.

Visto il sempre maggiore significato funzionale delle immagini, emerge l’urgenza di elaborarle in modo da poter interpretare e classificare il contenuto delle stesse. Se non si padroneggiano a dovere i propri strumenti di comunicazione, infatti, si alza enormemente il rischio di usarli in maniera poco efficace.

Gli algoritmi neurali per il visual storytelling

Per anni si è studiato in neurobiologia i meccanismi superiori del cervello che collegano le immagini visual a quelle testuali. Con il tempo si è arrivati a creare degli algoritmi in grado di stimolare i neuroni a risposte comunicative che portino alla consapevolezza dei bisogno del potenziale cliente.

A partire da questi presupposti sono nate le prime reti neurali artificiali (ANN), ovvero dei modelli matematici composti da “neuroni” artificiali che si ispirano alle reti nervose biologiche.

Ogni unità, chiamata neurone, processore o nodo, ha un piccolo potere computazionale che combinato ad altri, non solo crea degli strati detti layer di nodi, ma può essere anche utilizzato per risolvere problemi di natura complessa, non facilmente decodificabili.

Le reti neurali possono essere addestrate nel riconoscimento di immagini. In questo caso si parla di CNN (Convolutional Neural Networks) che prendono a modello le reti neurali della corteccia visiva.

Tramite una rete neurale convoluzionale il computer è in grado di classificare cosa un’immagine mostra. A questo punto è anche in grado di identificare con buona probabilità il suo contenuto. Questo vale sia per loghi che elementi grafici ma anche per le fotografie e tutti gli elementi visivi prioritari per l’azienda.

Classificazione delle immagini

Gli strumenti di riconoscimento delle immagini richiedono una fase di addestramento. Al sistema “classificatore” viene sottoposto un pattern identificativo del problema.

Il riconoscimento e la classificazione sono preceduti infatti da una fase di estrazione dei descrittori e delle caratteristiche di ciascun pattern. Caratteristiche di tipo morfologico, ovvero l’insieme di grandezze che descrivono la forma, e di tipo densitometrico. In questo caso si parla di variabili come la luminosità, il colore, etc.

visual storytelling e studio dei dati visuali
Lo studio dei dati visual attraverso algoritmi neurali prestabiliti è utile per creare le basi su cui costruire il visual storytelling aziendale.

Una volta che il sistema è stato addestrato, è capace di individuarle automaticamente ogniqualvolta si presentano e associarle a specifiche categorie nominali.

In questo modo l’azienda che dispone di tali strumenti tecnologici è in grado di comprendere il contenuto di ogni asset visuale in suo possesso e recuperarlo con più facilità tramite stringhe di ricerca al momento del bisogno.

Grazie all’acquisizione di questi dati si potrà quindi andare a creare un visual storytelling adeguato all’azienda e ai suoi prodotti e servizi, tracciando con le sole immagini il percorso che l’azienda ha fatto dalla sua nascita ed entrando in connessione con il target di riferimento grazie all’aspetto visivo.