Settimane di fuoco per l’anonimo street artist. Dopo diversi mesi lontano dalle scene, Banksy torna a far parlare di sé per diversi motivi. Dopo i nuovi graffiti spuntati in Ucraina, è il momento di Banksy contro GUESS in una lotta per i diritti d’autore. In un post Instagram, l’artista aizza i suoi oltre 11M di fan ad andare a rubare i vestiti in un negozio della catena di moda a Londra. Poco dopo, quello stesso negozio chiude in via precauzionale.

Banksy contro Guess la capsule collection
La capsule collection incriminata, pubblicizzata e già in vendita sul sito GUESS e nei negozi aderenti

Ma cosa è successo di preciso?

Banksy contro GUESS: chi ha rubato?

Sulla pagina Instagram di Banksy spunta a sorpresa un nuovo post, diverso dai precedenti. Nella foto è rappresentata la vetrina di un negozio GUESS con esposta la nuova collezione che omaggia lo street artist. Come caption, un testo molto chiaro:

“Attenzione a tutti i taccheggiatori. Per favore, andate dalla GUESS su Regent Street. Loro si sono appropriati del mio lavoro senza chiedere, come può essere sbagliato per voi fare lo stesso con i loro vestiti?”

Provocatorio ed estremamente mirato, questo appello che ha ricevuto più di 1,7M di cuoricini in tutto il mondo. Moltissimi sono anche i commenti: alcuni scendono in campo a favore dell’artista, altri della GUESS, altri tirano di nuovo fuori il problema del copyright in coppia con l’anonimato. In effetti, in vetrina c’è proprio il Flower Thrower, probabilmente una delle opere più famose di Banksy per cui aveva già perso una causa sui diritti d’autore due anni fa.

Banksy contro Guess il post
Il post incriminato comparso sull’account ufficiale di Banksy.

Poco dopo il post, la GUESS ha deciso di chiudere in via del tutto precauzionale il negozio su Regent Street per qualche giorno. Con le vetrine oscurate e la sicurezza sul perimetro, ha deciso di far calmare un po’ le acque.

La nuova collezione di GUESS

Ovviamente, il Flower Thrower non è il solo richiamo all’arte di Banksy: tutta la collezione è un omaggio alla sua street art. Annunciata ad inizio novembre, la linea con i graffiti dell’anonimo artista era stata definita come un ringraziamento. Il direttore creativo della GUESS, lo stilista Paul Marciano, aveva detto:

I graffiti di Banksy hanno avuto un’influenza enorme che risuona in tutta la cultura popolare. Questa nuova capsule collection con Brandalised è un modo con cui la moda può mostrare la sua gratitudine.

E, in effetti, sono diversi i graffiti ripresi in questa collezione: da Little Girl with a Balloon a Follow Your Dreams, passando anche per la rivisitazione pop della regina Elisabetta II e Mickey Living the Dream. Il tutto riprodotto su cappotti in pelliccia (sintetica), borse e t-shirt, con tanto di tote bag brandizzata in omaggio con ogni acquisto.

Ma chi ha ragione?

Dopo un primo momento di incertezza, GUESS ha parlato per mezzo della sua legale Liz Ward alla BBC. La casa di moda ha acquistato legittimamente i diritti sulle opere di Banksy tramite una terza parte: Brandalised™. Si tratta di un’azienda che tratta licenze, principalmente di graffiti, con una certa esperienza, a detta del sito. Tra i diversi partner spuntano infatti la Sanrio, la Kappa, la Salomon e anche la Huawei.

L’avvocato Ward però continua dicendo che al tempo stesso non è noto se Banksy fosse a conoscenza dell’accordo tra la Brandalised™ e la GUESS. Se l’artista lo sapeva, si potrebbe trattare di una campagna di guerrilla marketing, tra l’altro molto ben riuscita. Se l’anonimo street artist, invece, ne era all’oscuro, ovviamente deve essere rimasto piuttosto infastidito. Incitare i suoi fan al furto, comunque, non è la soluzione più azzeccata.

Banksy contro Guess Brandalise risponde su Instragram
Anche Brandalised risponde con un post su Instagram, citando proprio Banksy: «Tutti i graffiti [cambiato da “pubblicità”, nda] in uno spazio pubblico che non ti danno possibilità di scegliere se vederli o no sono tuoi. Sta a te prenderlo, riorganizzarlo e riutilizzarlo. Chiedere il permesso è come chiedere di tenere una pietra che qualcuno ti ha appena lanciato in testa.»
Purtroppo, potrebbe essere anche una delle uniche per lui possibili. Sempre secondo l’avvocato Ward, la via giusta sarebbe quella di perseguire legalmente la GUESS e/o la Brandalised™ per violazione del suo lavoro. Tuttavia per Banksy sarebbe piuttosto difficile andare in tribunale, se vuole mantenere l’anonimato.