Cosa succede quando due mondi diversi, moda e arte, si incontrano sullo stesso palcoscenico? E’ quanto è accaduto nei giorni scorsi alla sfilata Haute Couture Autunno Inverno ’21-’22 di Valentino, portata in scena durante la Biennale di Venezia.
Per realizzare la collezione, infatti, è stata richiesta la collaborazione di 17 artisti contemporanei, di diverse età e provenienze.

Il dialogo al primo posto

Gli artisti, selezionati ad hoc da Gianluigi Ricuperati, hanno lavorato a stretto braccio con la maison, contribuendo alla creazione di 22 abiti-capolavoro. Questa connubio tra moda e arte ha dato vita ad un concerto a più voci, dotato di grande impatto e forza inventiva. Una sorprendente sinergia di forme, colori e suggestioni.
La Moda non è arte, perché quest’ultima basta a sé stessa mentre la prima ha sempre uno scopo, una funzione, un utilizzo“. Così ha dichiarato Pierpaolo Piccioli, il direttore creativo della maison. “Riconoscere le differenze è il primo passo per istruire un ascolto reciproco, fatto di curiosità, entusiasmo e rispetto. Questo ascolto ha bisogno di tempo, proprio come l’Alta Moda e in fondo anche come l’arte”.

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Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino

Artisti in sartoria

Gli artisti hanno ispirato il lavoro in atelier e da esso si sono lasciati ispirare, a distanza e in presenza. Così come racconta Guglielmo Castelli, pittore partecipante al progetto: “Valentino mi ha dato l’opportunità di guardare il mio lavoro da una nuova prospettiva, mi ha garantito una dose in più di curiosità. L’incontro con le sarte nella sede della maison a Roma, entrare in punta di piedi e vedere quelle mani veloci, quella sapienza silenziosa capace di mappare intenzioni e bellezza di una cultura del saper fare ormai quasi dimenticata, è stato emozionante”.

Venezia, romantica cornice storica

Scenario d’eccezione dell’evento sono state le Gaggiandre dell’Arsenale, due imponenti tettoie acquatiche realizzate da Jacopo Sansovino tra il 1568 e il 1573 nella Darsena Novissima.

Finalmente lo spettacolo si è potuto svolgere dal vivo, dopo il lungo stop dettato dalla pandemia. Un omaggio alla città di Venezia, eletta come simbolo della rinascita. “Era l’unico posto al mondo nel quale presentare una collezione del genere“, sottolinea Piccioli, “un contesto nel quale non aggiungere o non togliere nulla“.

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Le Gaggiandre, capolavoro di architettura

Ed è proprio qui che, a filo d’acqua, hanno sfilato piume, taffetà e chiffon, con colori sgargianti e suggestivi come i viola, i fucsia, i lime, i rossi.

Uno spettacolo mozzafiato, immerso in un vibrante tramonto, in cui protagonista è stato uno stile prezioso e raffinato. Uno stile tridimensionale ma, al contempo, caratterizzato da movimenti leggeri, quasi noncuranti. Il sottofondo della voce avvolgente della cantante soul Cosima, scandito dal fruscio degli abiti, ha contribuito ad amplificare la sensualità e l’emozione del momento.

La moda veicola valori

Ma, poiché è tipico dell’arte veicolare i messaggi sociali del suo tempo, tra gli abiti da sogno sono emersi anche riferimenti ad argomenti di attualità.

Come la questione delle donne, del lavoro, della sostenibilità, della libertà di genere. In particolare quest’ultima è stata sottolineata dall’intercambiabilità di abiti maschili e femminili, proprio nei giorni in cui il ddl Zan è al centro del dibattito politico. Sulla passerella è passato così, senza bisogno di parole, uno slogan inneggiante alla gender equality.

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Un momento della sfilata

Valentino Des Atelier“, questo il nome della collezione, nelle parole di Gianluigi Ricuperati è stato “come un concerto di due mondi distinti – pittura e alta moda, arte contemporanea e arte vestimentaria – nei quali le voci ascoltano reciprocamente il canto degli altri prima di pronunciarsi”.

Come a insegnarci che il dialogo tra mondi diversi, moda e arte, è senz’altro possibile, purché esso avvenga senza barriere e pregiudizi, in un clima di scambio fluido tra pari.
E i risultati, in questo caso, sono stati sorprendenti.
Rivedi qui la sfilata.


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