La più grande opera d’arte contemporanea al mondo apre al pubblico. Iniziata nel 1970, CIty è pronta per spalancare i suoi cancelli proprio oggi, 2 settembre. Ideata e realizzata da Micheal Haizer, maestro della Land Art statunitense, City è un vero e proprio complesso scultoreo che si estende per oltre un miglio nel deserto del Nevada.

La “città” si trova a circa 250 km a nord di Las Vegas, nel Basin and Range National Monument, in un punto estremamente isolato. Tanto isolato che viene definito come “uno dei posti più vuoti del mondo, in uno stato famoso per il suo vuoto”.

Eppure, per l’inaugurazione di City è già previsto il pienone di visitatori. L’accesso all’opera d’arte, infatti, è contingentato e i biglietti messi in vendita, al prezzo di 150$ per gli adulti e 100$ per gli studenti, sono andati subito sold-out. Le prossime prenotazioni apriranno a gennaio 2023; nell’attesa possiamo solo dare una sbirciatina virtuale.

City 1970 - 2022
City 1970 – 2022. La pagina della Triple Aught Foundation che ci mostra le prime immagini di City, a cura di Michael Heizer.

City, la più grande opera d’arte del mondo

La valle in cui si trova City è adibita al pascolo di ovini e bovini da oltre un secolo, ma in precedenza era stata un importante sito per i nativi americani. L’arte rupestre indigena ritrovata nella zona ha infatti circa 4000 anni. Ed è proprio sulla comunione con il passato che si fonda “la città”.

Con i suoi rilievi e le sue rientranze, City ricorda volutamente le antiche costruzioni cerimoniali di ispirazione pre-colombiana e dei nativi americani, ma ha anche un sentore di egiziano. D’altro canto, la rigidità delle linee delle strutture ci riportano alla modernità e al minimalismo contemporaneo, lasciandoci anche un retrogusto di alieno.

Persi in un labirinto di curve a cielo aperto, ci ritroviamo davanti ad un costante gioco di alternanza altimetrica. Le morbide colline decadono nelle sagome di terra viva dei tumoli che a loro volta ci riportano verso l’alto. Percorrendo i 2,5km di lunghezza per una larghezza di circa 1km, ci imbattiamo nei due complessi scultorei principali: il Complex One, la prima installazione del sito, ed il 45°, 90°, 180°.

Già 50 anni di storia

Nell’imponenza della sua classificazione come “opera d’arte più grande al mondo”, City ha avuto bisogno di molto impegno per essere realizzata. Per la precisione impegno economico, di 40 milioni di dollari di budget, e quello di anni, oltre 50 necessari.

Nel 1969 Michael Heizer incide il suo nome nella storia della Land Art, incidendo il deserto del Nevada con la sua opera “Double Negative”, due canyon artificiali lunghi 500 metri e alti 15. L’anno successivo decide di comprare lotti di deserto nelle vicinanze per dare il via alla sua idea. Per portare avanti questo ambizioso ed imponente progetto, Heizer fonda l’organizzazione no-profit Triple Aught Foundation impegnata nella ricerca di finanziatori e nella gestione economica di City.

Portando avanti anche altri lavori, l’artista lavora dal 1970 ad oggi, letteralmente, alla sua opera. I suoi materiali sono prevalentemente sassi, terra, cemento e sabbia. Insomma, materie autoctone che ancora una volta legano l’opera al luogo, ovviamente nel rispetto dell’ambiente.

City 2006
City, durante la sua costruzione nel 2006. Una foto di Serge Paul©

Michael Heizer oltre City

Contemporaneamente a City, Michael Heizer si è dedicato a diversi lavori che lo hanno portato più volte all’attenzione dei critici d’arte. Scavi monumentali, costruzioni in spazi pubblici, opere di Land Art ma anche dipinti astratti e sculture dalle dimensioni mastodontiche. Come filo conduttore, la relazione tra spazio positivo e negativo e, ovviamente, l’imponenza.

Fin tanto che vuoi realizzare una scultura, perché non farne una che possa competere con un boeing 747 o l’Empire State Building o il Golden Gate Bridge?

—MichAEL Heizer

Tra i suoi lavori più importanti ritroviamo certamente Levitated Mass (2012), 340 tonnellate di granito arroccate su uno stretto passaggio liberamente attraversabile, e la serie Altar (2015). Altar 1, Altar 2 e Altar 3 sono piattaforme in acciaio da circa 12 metri per 12, a più livelli. Se poi guardiamo alla pittura e facciamo un passo indietro, non possiamo non nominare Track Painting (1967) e U Painting (1975).

Levitated Mass
Levitated Mass (2012) di Michael Heizer, si trova nel museo LACMA di Los Angeles, California. L’ispirazione agli antichi megaliti si fonde con la modernità delle tecniche e dei materiali.