Il termine minimalismo ci fa sentire come se mancasse qualcosa. Avvertiamo qualcosa minimal come una cosa negativa. Ma non è così, il minimalismo in tutte le sue forme, dall’arte al design, alla grafica e alla vita stessa, ci dona in realtà un senso di pace e serenità e, incredibilmente, di completezza.

Cos’è il minimalismo

Il minimalismo ha trovato la sua massima diffusione in tutte le varie correnti artistiche, architettoniche e, addirittura, letterarie. La minimal art riduce la realtà, avvalendosi dell’anti espressività, dell’impersonalità, della freddezza emozionale, delle strutture geometriche elementari.

Minimalismo
Il minimalismo nel design

Il minimalismo è la diretta conseguenza di un mondo che ha voluto troppo e che si è ritrovato ben presto soffocato da quel troppo. Ed allora ogni settore ha sentito l’esigenza di svincolarsi dagli eccessi. Una corrente partita come movimento artistico il minimalismo si è velocemente diffuso fino a diventare un vero e proprio stile di vita, che promette di renderci felici e appagati.

Quando è nato il minimalismo

Il minimalismo travolse il mondo del secondo dopoguerra, trovando sfogo nell’architettura, nel design industriale, nel graphic design e nella pubblicità. Importantissimo in questo fervore minimal fu il design svizzero dell’epoca, guidato da esponenti quali Joseph Muller Brockmann e Adrian Frutiger.

Tuttavia il termine minimalismo non fu coniato prima del 1965, quando il filosofo dell’arte inglese Richard Wollheim, ne parlò in un suo articolo, intitolato, appunto, “Minimal Art”.

Nell’articolo parlò di riduzione minimale nel mondo dell’arte e del design. Parlò di Reinhardt, divenuto uno dei massimi esponenti del minimalismo artistico.

Less is more

Ci sarà capitato di imbatterci nella frase “Less is more”, divenuto il motto trainante di tutta la corrente minimalista.

In poche parole meno è meglio, è il nostro più popolare “il troppo stroppia”, la vera essenza della minimal art e di tutto ciò che ne è conseguito.

Minimalismo
Less is more

Solitamente questa frase viene attribuita all’architetto Ludwig Mies van de Rohe. Ma in realtà l’architetto tedesco l’ha solamente adottata come proprio mantra. L’origine della frase risale in realtà al 1800, molto prima dell’avvento della minimal art, quando in Inghilterra veniva comunemente utilizzata in modo proverbiale. La troviamo, ad esempio, scritta nero su bianco, da Robert Browning, nel 1855, quando la utilizza parlando di architettura e design.

Less is more” talvolta diventa, “less, but better”, il cui significato non si discosta poi tanto dall’originale.

Perché il minimalismo è importante

Potrebbe sembrare semplice il minimalismo ma in realtà non lo è. Togliere invece che aggiungere spesso è più complicato del contrario. Bisogna capire a fondo l’essenza delle cose e renderle nella loro semplicità più assoluta.

Ogni dettaglio ha un proprio messaggio da comunicare, perciò dobbiamo fare estrema attenzione a ciò che togliamo. Dobbiamo togliere gli ingombri e il superfluo, portando in luce solamente ciò che davvero è importante, in modo da mettere in risalto solo il messaggio che vogliamo comunicare.

Minimal
Il minimalismo nel graphic design

Così come in molti ambiti artistici anche nel graphic design il minimalismo è estremamente importante. Gli spazi vuoti vanno studiati e perfettamente posizionati in modo da diventare eleganti e piacevoli, lasciando spostare l’attenzione solo sugli elementi che davvero contano.

Il colore è un elemento essenziale per un progetto grafico minimalista. I minimalisti si limitano a scegliere tavolozze di colori monocromatici, con lo scopo di non distrarre gli utenti con un’eccessiva varietà di colori.

Il tutto sempre per trasmettere il messaggio forte e chiaro, senza lasciarsi distrarre da elementi superflui.

“Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile, ma non più semplice” – Albert Einstein.


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