Alzi la mano chi ha visitato Venezia, Roma o New York negli ultimi 6 anni e ha condiviso una foto geolocalizzata sui social come Twitter, Flickr o Picasa. Se l’avete alzata sappiate che siete entrati a far parte di una delle mappe realizzate dall’artista Eric Fischer. Se non l’avete alzata allora potreste essere comunque in una delle altre 133 mappe di città realizzate utilizzando la raccolta delle immagini e la geolocalizzazione.

Geotaggers World Atlas

L’artista ha collezionato immagini condivise in rete raccogliendo le posizioni interrogando le API di ricerca dei vari siti. Una volta trovati i punti in cui sono state scattate le immagini, ha realizzato delle mappe tracciando delle linee tra i vari luoghi d’interesse. Il progetto si chiama Geotaggers World Atlas e non si pone solo come un’istallazione artistica, ma anche come uno studio per capire quali sono i luoghi più interessanti al mondo e come si spostano le persone.

Infatti le mappe svelano come i turisti e i residenti vivono le città più importanti del mondo. Le linee blu tracciate sono i percorsi dei residenti, si riferiscono infatti a foto scattate da una stessa persona nello stesso luogo per un lasso di tempo superiore ai trenta giorni. Mentre le linee rosse sono le tracce dei turisti, le immagini postate in quell’aerea sono realizzate in una fascia temporale inferiore al mese. Le linee gialle invece rappresentano quegli utenti che non è possibile classificare in una delle due categorie o perché postano poche foto, o non hanno più postato nulla da molto tempo. Eric Fischer sostiene siano assimilabili alla categoria turisti.

Mappe e geolocalizzazione
La mappa dell’attività di New York di Eric Fischer

Il progetto si rivela molto interessante perché la geolocalizzazione è un indicatore dell’interesse di luogo. Infatti le persone che hanno visto qualcosa di interessante hanno deciso di realizzare anche una foto, ma non solo: hanno anche fatto lo sforzo di postarlo online affinché altre persone potessero apprezzare quei luoghi. I percorsi infatti si combinano per creare una mappa collettiva che permette di vedere immediatamente i luoghi più apprezzati e più fotografati della città.

Sempre Fischer ha realizzato anche un’altra serie di mappe collettive. Questa volta ha utilizzato come dati le coordinate di posizione dei tweet e delle immagini condivise su Flickr. In questo caso le foto sono rappresentate da dei punti arancioni, mentre i tweet con dei punti blu, dove sono stati presenti entrambe le attività viene utilizzato un punto bianco. Il risultato è un’affascinante mappa con la rappresentazione delle attività umane online.

Flight Pattern e altri progetti nati dalla geolocalizzazione

Un altro tipo di mappa è quella realizzata dalla traccia dei flussi dei voli aerei con il progetto Flight Pattern di Aaron Koblin. La mappa così creata mostra i voli all’interno degli stati americani durante 24 ore. L’immagine mostra la somma di tutti i percorsi durante l’arco della giornata realizzata grazie alla geolocalizzazione. I vari colori si riferiscono ai 573 tipi di velivoli che hanno sorvolato l’America nell’agosto del 2010 per un totale di 205.000 voli. Il suo lavoro è diventato parte della collezione permanente del MoMA di New York, del del Victoria & Albert Museum a Londra e del Centre Pompidou a Parigi.

Mappe e geolocalizzazione
Le immagini realizzate da Aaron Koblin nel progetto Flight Pattern.

Mentre Craig Taylor, Senior Data Visualization Design Manager in Ito World ha realizzato il progetto The Beauty of the Bus. Analizzando e mappando le linee degli autobus di 16 città tra cui anche Milano: il risultato sono delle immagini con una serie di pattern astratti. Taylor ha realizzato anche molte altre mappe: come quelle realizzate con il contributo di OpenStreetMap la mappa collaborativa delle strade del mondo. Con questi dati ha realizzato una serie di crono-mappe video del lavoro di rilevazione dei volontari.