Avete tempo fino al prossimo 2 giugno per farvi un giro a Pietrasanta per visitare la mostra Human Connections dello scultore toscano Filippo Tincolini. La mostra, curata da Alessandro Romanini, prevede 40 opere di medie e grandi dimensioni, distribuite nei luoghi iconici della città a partire da Piazza Duomo, per poi passare a Piazza Carducci, al complesso di Sant’Agostino e al Pontile di Pietrasanta. Un percorso urbano di arte contemporanea che vi stupirà e coinvolgerà tantissimo.
Human Connections e il suo autore
Nato a Pontedera nel 1976, Filippo Tincolini frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Carrara e dopo essersi formato come scultore inizia la sua opera artistica unendo in modo sorprendente la tradizione scultorea italiana con tutto ciò che riguarda l’innovazione tecnologica.
Le sue opere sono una commissione di strumenti antichi e tecnologie all’avanguardia, infatti Tincolini è un artista che utilizza sia lime e scalpelli sia lo scanner 3D. Attraverso la modellazione digitale e i robot antropomorfi crea le sue opere il cui risultato è sorprendente. Il suo è un linguaggio visivo potente che affronta temi attuali come l’indennità umana, la trasformazione e la sostenibilità ambientale con il rapporto tra natura e tecnologia.

A Pietrasanta con la sua mostra Human Connection espone alcune serie delle sue opere come Ancient Gods e Flowered Soul. L’iconografia dei super eroi contemporanei si mischia agli elementi floreali che emergono dalle figure classiche e moderne. Troverete poi anche parte della serie Dystopian Animals che rappresenta creature animali scolpite nel marmo che assumono pose o comportamenti simili a quelli dell’uomo. L’obiettivo qui è evocare uno scenario inquietante e molto futuristico.
Una mostra che piace molto ai bambini
Human Connection è pensata per tutti, ma piace particolarmente ai bambini. Questo perché il linguaggio di Filippo Tincolini è pulito e diretto, come solo i bambini sanno essere.
La cosa interessante è che proprio al pubblico più giovane non piacciono solo le statue degli eroi. Arrivano a Pietrasanta per vedere quelle e poi si innamorano di soggetti come quelli della serie Swaddle, dove l’autore rappresenta dei busti avvolti da accordi e bende, metafore potenti di quelle che sono le costrizioni sociali e culturali attuali che limitano la libertà dell’individuo.

Un po’ come se l’arte recuperasse la sua funzione primaria: parlare a tutti senza filtri lasciandosi capire soprattutto da chi è ancora in grado di cambiare il mondo, ovvero i bambini.
I progetti paralleli a Human Connection
A Human Connection sono collegati altri progetti paralleli davvero interessanti. Il primo da citare è sicuramente HC Resonance. Qui vengono mostrate una serie di fotografie in bianco e nero e un video documentario, che vogliono offrire uno sguardo intimo su quello che è il processo creativo dello scultore. Questo progetto è curato da Laura Veschi.
C’è poi il progetto sociale realizzato in collaborazione con ANFFAS MS, che coinvolge giovani con disabilità in attività di laboratorio artistico scultoreo. L’obiettivo di Rebirth from Waste / Rinascita dagli scarti e utilizzare i materiali di recupero per creare sculture che parlino alle persone sottolineando quello che è il potenziale inclusivo e rigenerativo dell’arte.

Altri due motivi in più per visitare Pietrasanta entro il prossimo 2 giugno, data in cui la mostra con i lavori di Tincolini giungerà al suo termine. Al momento della chiusura dell’esposizione, l’artista donerà alla città di Pietrasanta l’opera Spaceman, una scultura unica nel suo genere, alta 3 metri, realizzata interamente in bronzo e posta su un basamento in marmo. Fa parte della serie Flowered Soul e raffigura un astronauta da cui corpo emergono tantissimi fiori. Significato ultimo dell’opera: dimostrare quanto la fusione tecnologica con tutto ciò che tradizione sia l’emblema della rinascita naturale della cultura umana.