Grazie al crescente interesse per l’ecologia e l’impatto ambientale, nasce l’eco-design. Ma di cosa si tratta? L’eco-design è una progettazione che segue una filosofia responsabile sia a livello ecologico, sia dal punto di vista etico e sociale.

Significa, quindi, produrre oggetti pensando anche al mondo che ci circonda, con uno sguardo particolare al processo produttivo. L’eco-design è inteso come tutte quelle discipline che studiano e progettano soluzioni per ridurre l’impatto ambientale. Vengono considerate, quindi, tutte la fasi di vita dell’oggetto, dalla sua creazione al suo smaltimento.

Si deve partire quindi dalla scelta dei materiali utilizzati (che devono essere eco-sostenibili) e dal loro approvvigionamento consapevole, passando poi ad una lavorazione a basso impatto. Ma anche la distribuzione degli oggetti ha un suo peso, infatti deve rispettare le direttive UE in materia. Per un design ecologico non bisogna tralasciare come viene utilizzato il prodotto. Risulta importante quindi la possibilità di essere riutilizzato o riciclato. In alternativa è importante che si realizzi con materiali biodegradabili.

Idee di eco-design

Molti sono i progetti di eco-design che vengono proposti in questi tempi in cui la sensibilizzazione climatica è più viva e attiva. Alcuni partono dal packaging molto importante rispetto alla scelta del prodotto da parte del consumatore. Questo è il pensiero dietro Biopack, un contenitore per le uova che può essere piantato nel terreno e dar vita a piante di legumi. Realizzato dal designer greco George Bosnas che unisce un design nuovo per il solito cartone delle uova, insieme ad un’idea green.

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Il contenitore delle uova Biopack che contiene semi di legumi

Oppure come il progetto ambizioso della panchina che è in grado di purificare l’aria e al tempo stesso indicare la sua qualità. L’hanno ideata due minatori polacchi, realizzandone il primo prototipo.

Dal design accattivante, con listelli di legno incurvati per una seduta ergonomica, ha un cuore tecnologico. Il filtro al suo interno rileva costantemente i livelli di inquinanti nell’aria, dando un feedback intuitivo grazie ai led colorati che illuminano la panchina. Ma non è tutto, il filtro è in grado anche di purificare l’aria e può pulirne fino a 860 metri cubi ogni ora.

Sempre per migliorare la qualità dell’aria è nato un muro per purificare quella casalinga, è Biowall che agisce proprio da filtro naturale. Molti infatti sottovalutano l’inquinamento in casa, dovuto in parte allo smog esterno e in parte da a ciò che si utilizza per pulire. Talvolta anche anche i mobili rilasciano sostanze dannose nell’aria, inquinando le mura domestiche.

Realizzato utilizzando direttamente le piante, sono infatti loro a fungere da polmone filtrante. Le piante scelte sono in grado di trattenere sostanze tossiche come il tuolene, direttamente dalle radici.

La maratona contro le bottiglie di plastica

Ma questi sono progetti ancora in sperimentazione, la vera rivoluzione sta proprio nel rendere di massa un oggetto per permettergli di sostituire quello più inquinante. L’obiettivo dell’eco-design è proprio questo: essere più raggiungibile e meno di nicchia, riuscire ad arrivare a tutti per poter dare un sostanziale contributo all’ambiente.

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Le capsule di bioplastica alla maratona di Londra

È il caso della start up Ooho, che ha realizzato delle piccole capsule in bioplastica derivata dalle alghe marine che possono contenere acqua o bevande. Queste sono state distribuite alla maratona di Londra per sostituire completamente le bottiglie di plastica solitamente consegnate ai corridori.

La bioplastica si decompone in massimo 6 settimane, non lasciando scarti inquinanti. Le capsule sono state utilizzate anche in altri eventi: durante festival, eventi sportivi, per distribuire anche bevande alcoliche. La capsula può essere o rotta per estrarre il liquido o ingerita tal quale. Il processo di realizzazione non è lungo grazie ad un piccolo macchinario che è anche facile da trasportare.