Spesso un’azienda o un brand ha voglia (o necessità) di cambiamento e di “rifarsi un po’ il look”. C’è però molta confusione su due misure da adottare: restyling e rebranding. Questi vengono spesso confusi, ma sono in realtà due cose diverse. Cerchiamo di capire bene in cosa differiscono l’uno dall’altro e quando si sceglie una strada piuttosto che un’altra.

Perché decidiamo di “cambiare”

Un’azienda non può rimanere statica con la propria identità visiva per sempre. Delle volte ha bisogno di qualche cambiamento. I tempi cambiano, le mode passano, le generazioni si susseguono. Ciò che era perfetto qualche anno fa non lo è più così tanto oggi.

Magari non è il mondo che è cambiato ma noi. Vogliamo allargare i nostri orizzonti, trovare il modo di arrivare a persone nuove.

Qualsiasi sia il motivo, c’è un’infinità di ragioni per cui un brand o un’azienda decide di rifarsi il look. La differenza sostanziale, però, è voglio cambiare completamente o rimanere comunque fedele a ciò che sono adesso.

Cos’è il Restyling

Con restyling si intende un cambiamento che non interessa ogni singolo aspetto dell’azienda o del brand, ma solamente l’identità visiva.

Restyling
Barilla – esempio di Restyling

Ciò vuol dire che gli ideali, l’immaginario e anche l’identità visiva stessa, non viene completamente stravolta. Essa rimane fedele a sé stessa, subisce solo alcuni cambiamenti, si rinnova, si migliora.

Ciò vuol dire che rimaniamo riconoscibili ai nostri vecchi clienti, che non vogliamo cambiare il target. Il nostro desiderio, in questo caso, è semplicemente rimodernarci un po’, seguire le mode, magari. Un piccolo ritocco qua e là, senza cambiarci completamente.

Ad esempio, potremo voler cambiare leggermente il tono di colore del logo. Ciò vuol dire che non passeremo dal blu al rosso, ma ad una tonalità di blu diversa. Un cambiamento leggero, senza stravolgere l’identità del brand.

Solitamente il restyling è un passaggio obbligato, tutti i brand ci passano nel corso della loro vita, magari con una cadenza più o meno regolare ogni tot di anni.

Cos’è il rebranding

Diversamente dal restyling, il rebranding è un cambiamento più radicale. Un vero e proprio stravolgimento dell’azienda e del brand. Un cambiamento totale dell’identità visiva, ma non solo. Le modifiche interessano diversi aspetti del marketing, andando a cambiare il target di riferimento, la struttura del brand e, addirittura, i servizi e i prodotti offerti e il modo in cui si lavora.

Apple
Apple – esempio di Rebranding

Per quanto riguarda l’identità visiva possiamo dire che, in questo caso, non andremo a modificarla, ma a crearla completamente da zero.

In alcuni casi si sceglie, nel creare la nuova identità visiva, di inserire qualche richiamo alla vecchia identità. Così da non perdere completamente la storia dell’azienda e del brand. Ma si tratta solamente di richiami, per in realtà, l’identità visiva è completamente nuova.

Si può parlare di rebranding anche se si tocca solamente l’identità visiva senza toccare gli aspetti dell’azienda. Capita spesso, soprattutto nelle piccole realtà, di crearsi un logo personalmente, senza l’aiuto di un professionista. Dopo qualche anno, con l’azienda avviata, si cerca l’aiuto di un professionista, che crea la nostra identità visiva da zero. Si tratta quindi di un rebranding visivo, perché il cambiamento è totale.

Rebranding o restyling: come scegliere

Se abbiamo dei dubbi riguardo lo scegliere l’uno o l’altro, possiamo porci alcune domande che ci aiuteranno a prendere una decisione.

Voglio continuare ad arrivare alle persone a cui arrivo oggi o voglio arrivare a un nuovo target di persone, cambiando totalmente il modo in cui mi percepiscono? Nel primo caso scegliamo il restyling, nel secondo il rebranding.

Non voglio modificare il servizio o il prodotto offerto o ho intenzione di farlo? Anche qui, nel primo caso occorrerà un restyling, nel secondo un rebranding.

Infine, mi piace la mia identità visiva o no? Si, voglio solo migliorarla un po’: restyling. No: rebranding.