Il design è inclusivo quando è accessibile a tutti. La nuova necessità di chi progetta è quella di creare qualcosa che sia non solo per pochi, ma che possa essere utilizzato anche da chi ha qualche disabilità. La parola inclusivo, infatti, comprende il concetto di accessibilità di un progetto a chiunque e di universalità.

Spesso il design diventa inclusivo successivamente e il progetto iniziale , infatti, viene adattato solo a posteriori. Ad esempio un ascensore potrebbe venir adattato a chi fa uso della sedia a rotelle solo in un secondo momento, stravolgendo il progetto iniziale. Un design universale, invece, è un progetto che fin dall’inizio vede la realizzazione di qualcosa che sia potenzialmente accessibile a tutti, indifferentemente.

Il processo per rendere il design inclusivo

Per progettare qualcosa che sia di design, ma adatto a tutti, bisogna partire prima di tutto dalla ricerca di come la gente realmente è. Quindi non si tratta di cercare di includere a più persone, ma semplicemente di rendersi conto di qual è il mondo che ci circonda. Il design deve riflettere la normale diversità che c’è in ognuno di noi.

Tutti quanti infatti abbiamo abilità e limiti, chi riesce a realizzare qualcosa che aiuti chi ha disabilità permanenti crea un beneficio per tutti gli altri. Mettendo al centro le persone si potrà imparare dalla diversità per creare un progetto più completo eliminando il concetto di utente medio.  È proprio questo concetto che ha portato ad una standardizzazione della progettazione.

Design inclusivo
Il concetto di utente medio è superato

Bisogna considerare poi che la diversità non è soltanto fisica: può essere anche sociale, economica, culturale. Creare un progetto inclusivo significa fare in modo che chiunque possa trarre lo stesso vantaggio o le stesse informazioni dall’utilizzo di quel prodotto.

Un modo per coinvolgere tutti può essere quello di realizzare dei progetti paralleli per far scegliere all’utente quale soluzione preferisce. Un esempio pratico può essere quello della realizzazione delle rampe per disabili, che spesso vengono utilizzate anche da chi spinge un passeggino o chi sta trasportando un trolley.

C’è poi da considerare che chiunque di noi potrebbe trovarsi nella situazione di una temporanea di disabilità, grazie al design inclusivo, in questo modo, non si dovrebbero cambiare le proprie abitudini perché il servizio è già stato realizzato in modo accessibile.

L’inclusività nel web design e nella stampa

Un design inclusivo, se parliamo per esempio di siti web, prevede dei caratteri che siano facilmente leggibili, abbastanza grandi per essere letti anche da chi ha qualche problema di vista, oppure un layout che sia chiaro e comprensibile. Ci sono poi regole che stanno alla base dell’usabilità dei siti web e non andrebbero mai dimenticate.

Il font EasyReading
Alcune caratteristiche del font ad alta leggibilità EasyReading

Mentre per quanto riguarda la stampa, bisogna considerare l’utilizzo di caratteri più grandi e distanziati per chi ha difficoltà visive o magari utilizzando font speciali come quelli per dislessici. Ma anche il colore della carta, che evidenzi maggiormente il testo, o il suo spessore sono importanti.

Le illustrazioni

Le illustrazioni, poi, hanno un loro codice di accessibilità. La Lead Illustrator di Shopify, Meg Robichaud, è stata accusata di non comprendere nelle sue illustrazioni etnie diverse per le persone disegnate. La scelta di colori non convenzionali, però, come il viola o il verde è ponderata e lavora proprio al contrario: non rappresentando nessuna etnia di fatto le include tutte.

Design inclusivo
Un’illustrazione del sito Shopify

Le emoji, invece, stanno adottando la tecnica opposta. Ogni anno vi è una ricerca per capire cosa manca, introducendo immagini che possano rappresentare sempre più la popolazione reale che abita la terra. Vari colori di pelle, varie coppie e varie combinazioni di famiglie che comprendono anche gay e lesbiche con figli, realizzando immagini che risultano quindi più inclusive.


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