Che cos’è il design? Che cosa vuol dire la parola design? Se ci catapultiamo indietro negli anni ’70 diremmo che il design è il termine inglese per definire il disegno industriale. Ma oggi non potremmo mai essere così limitativi. Il design spazia ormai in una moltitudine di campi che se ci fermiamo a domandarci: che cos’è il design? Non sapremo mai dargli una risposta. Non potremmo mai davvero  trovare la definizione di design

Nel corso del tempo la parola design ha assunto significati diversi, fino ad arrivare al giorno d’oggi dove viene usata, spesso anche a sproposito, e dove non trova più una singola collocazione, tanto da essere ormai impossibile darle una definizione.

Che cosa vuol dire design?

Se chiediamo, quindi, a qualcuno che cosa vuol dire design, cosa ci risponderebbe?

Definizione di design
Che cosa vuol dire design? Chi è in grado di dare una risposta?

Secondo la Treccani design deriva dall’inglese ed è “disegno, progettazione”. “Nella produzione industriale, progettazione, che mira a conciliare i requisiti tecnici, funzionali ed economici prodotti in serie, così che la forma che ne risulta è la sintesi di tale attività progettuale;

quando la forma dell’oggetto viene elaborata indipendentemente dalla progettazione vera e propria, si parla più propriamente di styling design. Con riferimento ad altri settori di operatività: graphic design, la ricerca creativa e la progettazione di libri, di stampati pubblicitari;

town design, la progettazione (generalmente a opera di un architetto) mirante a dare ordine e forma a parti di città, ad attrezzature collettive, a parchi pubblici;

visual design, la progettazione di immagini per l’informazione visiva: cartelli, simboli, segnali; web design, l’ideazione e la progettazione di siti internet”.

Nemmeno la Treccani, quindi, riesce a fornirci una definizione univoca, se non quella ormai obsoleta di disegno e progettazione. La parola design assume davvero un significato concreto se accompagnata da qualche altra parolina magica, che fa sì che si collochi in un settore specifico.

La parola design nel tempo

Se oggi è quasi impossibile dare una definizione univoca di design, se non aiutandosi con altre parole, nel tempo, invece, in molti ci hanno provato e qualche volta, per un certo periodo di tempo di sono riusciti.

Una definizione poetica e romanzata che si è ripetuta nel tempo, in diverse sfaccettature è che tutto è design, e ad esso nulla sfugge.

Bruno Munari
Bruno Munari, padre del web design italiano dona alla parola design una nuova definizione

Tutto è design, è una fatalità”, diceva appena un paio di decenni fa Ettore Sottsass. Ma anche Jean Baudrillard, nel 1972 diceva qualcosa di simile: “Nulla sfugge al design: è la sua fatalità”.

In Italia la parola design è arrivata tardi, probabilmente non prima del secondo dopo guerra, e fino alla fine degli anni ’80 il suo significato era quasi per tutto uno e univoco. La parola design, infatti, altro non era che il termine inglese per indicare il disegno industriale.

Già nel corso degli anni ’70, in realtà, inizia ad assumere un significato più esteta. Nel 1971, ad esempio, Bruno Munari, artista e designer, prova a strappare il termine design alla definizione obsoleta di disegno industriale, spiegando che “il designer è un progettista dotato di senso estetico, che lavora per la comunità”. Non è esattamente la definizione di design che daremo oggi, ma è già qualcosa.

Definizione di design dal 1970 in poi

Se fino agli anni ’70, e per la maggior parte delle persone anche per tutti gli anni ’80, il design altro non era che un mero disegno industriale, da quel momento in poi questo termine inizia a vedersi affibbiate un turbinio di definizioni.

Victor Papanek, nel 1970, definisce il design come una “disciplina strutturata che opera per la trasformazione del mondo abitato dall’uomo, modificando l’ambiente naturale e le infrastrutture sociali”.

Victor Papanek
Victor Papanek, con le sue opere vuole far capire che il design è ovunque intorno a noi, anche in un parco giochi per bambini

Nel corso degli anni ’80 il design è sinonimo di cambiamento, un ethical turn, nasce il design sostenibile, l’eco design. Una vera e propria rivoluzione culturale, volta a un mondo più sostenibile. È per questa ragione che la definizione che cerchiamo negli anni ’80 si tinge di verde.

Negli anni ’90, poi, il design si ritrova improvvisamente catapultato in un nuovo inesplorato mondo: quello digitale. Proprio in quegli anni troviamo la definizione di Bruce Mau: “Passando dal design del prodotto alle economie della transizione, dal graphic design alle economie dell’informazione, il design si riconfigura come attività interdisciplinare, distribuita, plurale e collaborativa”.

Possiamo, quindi, dare oggi una definizione di design? Possiamo solo dire che esso si adatta agli anni in cui si trova, alle correnti di pensiero che si sviluppano in quei determinati periodi, al campo in cui trova applicazione. Oggigiorno il design si distacca totalmente dai vincoli legati da una sola e singola definizione, per poter entrare più a fondo in ogni ambito in cui si trova.