Artissima è la fiera d’arte contemporanea di Torino. L’edizione di quest’anno (2021) è stata la 28esima edizione e la quinta diretta da Ilaria Bonacossa. La mostra, svoltasi dal 4 al 7 novembre, si è divisa tra il digitale e la fiera reale, la quale ha contato 31.500 visitatori. Come sempre Artissima si è fatta portavoce di talenti emergenti e tra progetti, premi e un mercato ricco di collezionisti e appassionati, la fiera si è riconfermata essere la più importante del suo genere in Italia.

Artissima 2021: la premessa alla fiera di quest’anno

Sono stati anni difficili gli ultimi due che abbiamo vissuto. Lo sanno bene tutti, ma lo sa molto bene, in particolare, il mondo dell’arte, che è tra i settori che più ha sofferto a causa della pandemia.

Artissima
Artissima, 31.500 visitatori per la fiera d’arte contemporanea di Torino, dopo due anni di pandemia

Artissima 2021 riparte dalla premessa che la cognizione del tempo è cambiata, tra ritardi e accelerazioni, e dalla convinzione che l’arte contemporanea ha la capacità di immaginare una molteplicità di scenari futuri.

Per questo motivo è importante condividere le idee e le esperienze degli artisti, portando gli amanti dell’arte in uno spazio sospeso al di fuori della quotidianità, in cui le opere possono trasformare la nostra visione del mondo.

Questa edizione nasce in una situazione temporale anomala, più volte definita e percepita come sospesa e statica, ma che continua a produrre nuove idee, modi di agire e reagire, cambiando le traiettorie di visione della realtà, scalzando i paradigmi e aprendo a interpretazioni e prospettive imprevedibili eppure imprescindibili”, spiegava Ilaria Bonacossa ad inizio fiera.

La mostra

Come dicevamo, la mostra di quest’anno ha accolto ben 31.500 visitatori e lo ha fatto in periodo storico davvero particolare, con la voglia di ripresa e di normalità. La location era già di per sé uno splendore. Artissima, infatti, ha preso vita nei locali vetrati dell’Oval Lingotti, sommersi di luce e affacciati sulle colline dell’Eremo.

Alina Frieske
Opera di Alina Frieske

Al suo interno la mostra era divisa in sette sezioni, tre delle quali curate da Artissima XYZ, nelle mani di curatori internazionali. 150 gallerie, provenienti da 37 diversi paesi, hanno partecipato alla fiera. Insieme a 450 collezionisti, provenienti da 21 diversi paesi, 5.000 vip e 400 art professional. Il tutto ha portato all’esposizione di più di 1.500 opere.

Dopo quasi due anni così complessi non speravo in un tale successo. Gli ampi corridoi hanno reso la fiera monumentale e sicura allo stesso tempo, permettendo di evitare assembramenti e di godere dell’arte in piena sicurezza. Stand bellissimi, pubblico internazionale e italiano, competente e appassionato, e vendita al di là delle più rosee aspettative. Il mercato dell’arte è davvero ripartito a Torino”, Bonacossa non poteva essere più felice e orgogliosa, quando raccontava, così, il successo della fiera Artissima di quest’anno.

Cosa ci siamo persi ad Artissima 2021

Per chi non ha avuto la fortuna di poter partecipare alla mostra di Artissima 2021 ecco qualcosa che ci siamo persi.

La main section, new entries, ad esempio, era la sezione dedicata ai nuovi talenti. 25 gallerie vi hanno partecipato.

Romane de Watteville
Opera di Romane de Watteville

In particolare questa fiera ha portato l’attenzione sulla pittura della Generazione Z. La pittura è stata molto trascurata a inizio millennio, ma la Generazione Z sembra averla riscoperta e fatta propria. La galleria Fabienne Levy, ad esempio, ha portato ad Artissima due dipinti dell’artista Romane de Watteville, classe 1993, il quale adotta uno stile Instagram Friendly. Ci sono, poi, i collage digitali di Alina Frieske, classe 1994, realizzati unendo centinai di screenshot presi da Instagram.

Ci sono incredibili opere in tessuto, provenienti da Shangai, o gallerie “scientifiche”. Come Acid Money, un progetto che porta l’attenzione sul rapporto tra l’arte e la finanza e lo fa a colpi di magia.

Infine, nelle opere di Margherita Morgantin, abbiamo potuto ammirare il connubio tra scienza, filosofia e spiritualità. L’artista ha passato molto tempo all’interno dei laboratori di fisica nucleare all’interno del Gran Sasso, mentre, sopra la montagna, con una sua performance, misurava la velocità del vento. La storia di Margherita Morgantin, oltre che nelle sue opere, è raccontata anche nel libro “Sotto la Montagna Sopra la Montagna”.