Se durante il lockdown anche voi vi siete sbizzarriti in cucina sfornando piatti da cuochi provetti, avrete sicuramente già detto ai vostri amici “Sentissi che profumino” e sognato di poter trasmettere gli odori per chatGrazie ad una ricerca condotta in Malesia dagli esperti di marketing olfattivo dell’Imagineering Institute, sarà forse presto possibile.

L’olfatto, il senso da non sottovalutare

Sebbene l’olfatto non sia il primo dei cinque sensi a cui si pensi nel contesto della comunicazione, la sua importanza è innegabile. 

L’olfatto ha infatti una fortissima funzione comunicativa anche al di fuori del marketing olfattivo e serve prima di tutto ad avvertirci di un eventuale pericolo. Pensiamo all’odore del gas o del fuoco che possono essere avvisaglie importanti di un pericolo imminente. 

L’olfatto può comunicare però anche sensazioni positive e soprattutto cariche di emotività. Certi odori possono infatti ricondurci all’infanzia o risvegliare in noi certe voglie o desideri.

Marketing olfattivo, un’arte sottile

E’ proprio sulle emozioni che gli odori ci comunicano che si basa tutto il marketing olfattivo, cioè le tecniche di vendita legate agli odori.

I segnali mandati al cervello dagli odori, vanno infatti al di là della razionalità e sono per questo ancora più potenti di quelli legati altri altri sensi. 

Marketing olfattivo
I segnali mandati al cervello dagli odori, vanno al di là della razionalità e sono vettori comunicativi molto forti.

Alcuni vantaggi del marketing olfattivo

Prima di tutto la riconoscibilità. Se un marchio viene associato ad un certo profumo, come nel caso di Abercrobie & Fitch, quel marchio diventa unico e il cliente lo riconoscerà tra mille.

La durata: un buon odore invita il cliente a rilassarsi e quindi a restare più a lungo in un negozio che ha un buon profumo oppure che ha un odore accogliente. Nelle tecniche di vendita delle case ad esempio, si usa a volte il trucco di far cuocere qualcosa nel forno, come ad esempio dei biscotti, per suggerire familiarità e dare una sensazione di benessere.

Il marketing olfattivo ha anche un impatto diretto sull’incremento delle vendite. Spesso i grandi magazzini sprigionano infatti profumi specifici diversi per ogni dipartimento. Un odore di fiori induce infatti ad esempio a pensare a un bucato profumato e di conseguenza invoglia a comprare vestiti o lenzuola, mentre un odore di cuoio sarà ad esempio ideale per invogliare le vendite di oggetti per la casa. 

Le aziende hanno fiutato l’affare

Il marketing olfattivo trova la sua forza quindi nel creare un’esperienza globale che coinvolge l’acquirente. Si tratta di una sottile manipolazione del suo subconscio, di cui spesso neanche si accorge, che lo influenza e lo spinge ad effettuare un acquisto..

Se le tecniche descritte sono assodate nel campo del marketing olfattivo, alcuni ricercatori dell’Imagineering Institute in Malesia hanno testato la possibilità di trasmettere gli odori anche per chat e quindi stimolare tutto il campo delle vendite online.  

Il naso elettronico

I ricercatori dell’Imagineering Institute si sono basato su un concetto molto semplice, che potrebbe essere la carta vincente del marketing olfattivo del futuro. 

Gli odori che sentiamo attraverso il naso sono infatti il risultato della stimolazione di cellule nervose specializzate, dette recettori olfattivi. Quando queste sono stimolate, comunicano il messaggio al cervello che elabora l’informazione e ci fa riconoscere, consciamente o inconsciamente, gli odori.

Ma cosa succederebbe se queste cellule nervose fossero stimolate in modo artificiale? E’ su questo principio che si basano gli esperimenti condotti dai ricercatori dell’Imagineering Institute.

Marketing olfattivo
L’esperimento consiste nello stimolare elettricamente i recettori olfattivi. Il cervello leggerebbe i segnali neuronali come odori.

Durante gli esperimenti, i ricercatori hanno inserito un elettrodo nelle narici di 31 volontari. Questo elettrodo aveva come scopo di stimolare artificialmente i recettori del naso e quindi inviare segnali al cervello per fare in modo che percepisse degli odori. 

I ricercatori sono stati in grado di evocare 10 profumi artificiali diversi, anche se purtroppo non sono ancora stati in grado di controllare quale odore i partecipanti sentissero.

Anche gli esperti vanno a naso

Il Dottor Ma Cheok, direttore dell’istituto e professore alla City University di Londra, prevede che un giorno gli odori potranno essere percepiti attraverso una sorta di naso elettronico e trasmessi attraverso Internet fino al destinatario. Le ricerche sul marketing olfattivo non sono quindi concluse e continueranno fino a completa mappatura del nostro naso.

Se per il momento però non vi alletta l’idea di farvi inserire degli elettrodi nel naso, non preoccupatevi troppo: il futuro del marketing olfattivo per chat prevede la lettura attraverso degli occhiali e non tramite sgradevoli fili.