Se lavorate nel mondo della comunicazione e in particolare in quello della pubblicità digitale vi sarete accorti che le performance delle campagne Meta non sono più quelle di una volta.  Sono aumentati i costi e i tassi di conversione scendono. In pratica il ritorno sull’investimento sa assottiglia e quello che fino a poco tempo fa sembrava un motore infallibile per promuoversi online sta definitivamente attraversando un periodo di ridefinizione. Vediamo dunque cosa sta realmente accadendo e quali possono essere le strategie alternative che brand e creativi possono utilizzare per continuare ad essere performanti nella promozione del proprio business.

Il cambiamento dell’ecosistema Meta

Meta, che riunisce in sé Facebook, Instagram e Messenger, come ogni luogo di promozione sta affrontando un periodo di trasformazione. La pubblicità in generale non è più quella di una volta, in particolare se si parla di pubblicità online quello che prima funzionava molto bene con le ADV, oggi non è più performante.

Insomma, l’algoritmo rema contro a tutti coloro che si occupano di pubblicità e lo si nota dal calo di performance delle campagne Meta che deriva principalmente da fattori esterni come la progressiva riduzione dei dati a disposizione per il tracciamento degli utenti e le nuove politiche di privacy.

meta campagne adv in calo
Le Campagne pubblicitarie sono in calo su Meta. Ecco perché

In pratica, se l’utente è diventato più scafato nel proteggere i propri dati online, di contro è diventato più difficile per le piattaforme comprendere chi interagisce con gli annunci. Dopo l’introduzione dell’App Tracking Transparent di Apple e le normative europee sul tracciamento dei dati, la precisione dei pubblici personalizzati e del retargeting si è ridotta. A questo aspetto si aggiunge poi la crescente concorrenza, dove sempre più aziende hanno iniziato ad investire su Meta saturando gli spazi pubblicitari.

Tutto questo ha portato l’algoritmo a dover valutare una quantità sempre maggiore di inserzioni tanto da diventare sempre più selettivo e con la tendenza a favorire quei contenuti che generano interazioni più autentiche. Senza volerlo, saturandosi il mercato delle ADV l’algoritmo si è spinto verso tutto ciò che è organico, tanto che convertono di più i contenuti non appagamento degli altri.

Il ruolo dell’algoritmo e la nuova centralità dei contenuti

Non basta più pagare per apparire, bisogna guadagnarsi l’attenzione degli utenti e soprattutto quella dell’algoritmo. Negli ultimi aggiornamenti proprio quest’ultimo a iniziato a privilegiare i post e annunci che sono capaci di stimolare conversazioni reali, condivisioni e commenti. E questa cosa l’avevamo già sentita qualche mese fa solo che sembrava essere rivolta soltanto a Instagram. Meta invece sta facendo in modo che valga per ognuna delle sue piattaforme.

Ma perché? Perché alla fine l’obiettivo della grande azienda è portare un cambiamento anche all’interno delle campagne pubblicitarie stesse. Le inserzioni devono infatti apparire più autentiche e raccontare una storia o mostrare un volto umano. Questo serve per acquisire quante più informazioni su chi utilizza lo strumento di promozione a pagamento per creare degli eventuali servizi con laterali da proporre.

Questo approccio, molto più vicino alla logica dello Storytelling e a quello della mera promozione, punta a far ottenere migliori risultati a tutti coloro che lavorano sulla propria immagine creando contenuti sempre nuovi e stimolanti. Se non sai farlo Meta ti propone i suoi corsi per imparare. Ecco quindi che non acquisisce soltanto i soldi delle ADV ma propone un servizio collaterale anche esso a pagamento con il risultato che l’azienda ci guadagnerà il doppio.

L’impatto sui risultati e la “fatica creativa”

Questa virata porta anche i creativi a dover rivedere costantemente la loro strategia. Le campagne pubblicitarie sui social infatti hanno una durata di efficacia sempre più breve, tanto che se un tempo per formavano per intere settimane, oggi si esauriscono in pochi giorni. Questo è dovuto anche al fatto che il pubblico è costantemente bombardato da messaggi simili tra di loro e perde rapidamente interesse.

meta campagne pubblicitarie in calo
Meta sta cambiando rotta e le sue Campagne sono in calo (ma solo perché non le sapete strutturare).

Si deve dunque cambiare mentalità e alimentare un costante flusso di contenuti che siano capaci di evolversi insieme al pubblico. Meta, o meglio il suo algoritmo, richiede sperimentazione continua volta a nuove creatività, messaggi diversi e linguaggi più spontanei. La chiave e tornare all’essenza della comunicazione, capire che cosa vogliono le persone e dargli ciò che vogliono vedere.

Strategie per riprendere il controllo

In conclusione, visto che lo scenario è in continua evoluzione, le strategie per riprendere il controllo e continuare ad evolversi insieme all’algoritmo di Meta non sono rappresentate dal seguire i trend, ma piuttosto dal mostrare il lato umano di un brand utilizzando un tone of Voice coerente con il proprio target.

Ricordate quindi di diversificare i vari canali comunicativi integrando Google ADS, TikTok, LinkedIn o Pinterest con i canali Meta, restando flessibili e costruendo una base dati autonoma. Puntate molto sulla community, sulle iscrizioni dirette e sulle news letter, perché +1 azienda riesce a stabilire un contatto diretto con il proprio pubblico, e meno dipende dalle oscillazioni di un algoritmo.


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