Katsuya Terada: l’artista manga anticonformista. Creare manga e fumetti, che sia per divertimento o per trasformare un hobby in una carriera, può essere difficile ma gratificante. Abbiamo molti consigli artistici e tutorial di Procreate che insegnano come disegnare, ma a volte basta trovare un artista il cui lavoro sia fonte di ispirazione. L’artista è nato in Giappone negli anni ’60. Il suo stile unico, che combina linee espressive e ombreggiature tratte dalle convenzioni del fumetto occidentale e asiatico, gli ha fatto guadagnare una base di fan in tutto il mondo. Le sue opere sono state esposte in mostre su entrambe le sponde del Pacifico.

Katsuya Terada: conosciamo l’artista
L’artista si racconta in un’intervista: “Sono nato e cresciuto a Tamano, nella prefettura di Okayama, nel Giappone occidentale. Crescere lontano da una città frenetica, prima dell’era di Internet, mi ha reso profondamente consapevole della distanza dalle culture emergenti di luoghi lontani. Questo senso di distanza ha plasmato il mio desiderio profondo di andare in un luogo che non è qui.
Ricordo un’opera in particolare che mi ha ispirato: un’illustrazione del fumettista francese Moebius che vidi su una rivista quando avevo 15 anni. Anche mio padre ha avuto una grande influenza sulla mia arte.”
Quando gli viene chiesto se si ricorda la sua prima opera retribuita, afferma: “Quando avevo 20 anni, un insegnante di una scuola d’arte mi chiese di creare un’illustrazione per una confezione di succo di frutta per una riunione di design. Non era destinato alla produzione, ma trattandosi di un’azienda importante, la paga era comunque buona.”

In quale personaggio o scena delle sue creazioni si identifica maggiormente?
Come mangaka, ha lavorato a un’opera ispirata al romanzo cinese del XVI secolo “Viaggio in Occidente”, e sente un forte legame con il suo protagonista. Inoltre, a ogni sua mostra nascono nuovi personaggi. Mi ritrovo spesso a interrogarmi sulle storie del loro passato e del loro futuro.
Quando gli viene chiesto quale sarà la sua prossima sfida, l’artista risponde: “La prima sfida sarà imparare a guardare me stessa mentre le mie mani e i miei occhi perdono la loro giovinezza, in altre parole, mentre invecchio. Oltre a questo, il mio prossimo passo sarà probabilmente scoprire qualcosa dentro di me che è maturato, anche se non ho ancora idea di cosa possa essere.
Per ora, spero solo che ci sia qualcuno che vegli su di me. Vorrei continuare a disegnare fino a 90 anni e, se così fosse, ho ancora circa 30 anni, tempo sufficiente per debuttare con qualcosa di nuovo e creare opere d’arte più significative.”

Katsuya Terada: un’artista molto prolifico
Pochi artisti sono così prolifici nella loro produzione come Katsuya Terada. L’illustratore giapponese ha lavorato in ogni campo, dalla pubblicità all’illustrazione di libri, dai manga ai videogiochi, lasciando il segno ovunque lo portassero le sue linee decise e la sua fervida immaginazione. Il suo nome si trova nei titoli di coda del cinema, come character designer di alto profilo per film come Hellboy (2004), Blood: The Last Vampire (2009) o Godzilla: Final Wars (2004).
È anche accreditato in grandi produzioni televisive giapponesi come Yattaman e Kamen Rider, ma il vostro prossimo clic online potrebbe benissimo rivelare i suoi design di carte di Magic: the Gathering, o manga disegnati da Terada così oscuri che persino un otaku giapponese ha bisogno di un momento per capirli.
Oggi, Terada si dedica a eventi di disegno libero dal vivo, nello stile reso popolare dal suo omologo coreano Kim Jung-Gi, dove si abbozzano immagini grandi e dettagliate senza dover abbozzare nulla. Oltre a questo, tiene mostre personali dei suoi grandi disegni fantasy (ne parleremo più avanti) e pubblica decine di libri d’arte. Non sorprende che questa prolifica produzione abbia fatto guadagnare a Terada il soprannome di “Re scribacchino” o “RakugaKing”, una rivisitazione della parola giapponese rakugaki: scarabocchiare o scarabocchiare.

Terada ama definirsi un rakugaki
Un nome azzeccato, visto che Terada non ama definirsi se non come un artista “rakugaki”, ovvero qualcuno noto per i suoi scarabocchi infiniti, che disegna qualsiasi cosa in qualsiasi momento e luogo, senza preoccuparsi troppo del significato. In varie interviste, rifiuta di essere definito come character designer, mangaka, illustratore di libri o altro, anche se ha chiaramente lavorato in ognuno di questi ruoli.
Sì, conosce questi lavori alla perfezione, eccelle in essi, ma semplicemente si sente meglio a fare le cose come le ha fatte da sempre: è l’instancabile scarabocchiatore che viaggia nella metropolitana di Tokyo, disegnando perennemente su quaderni che compra “a scatola”. Disegnare è quasi un bisogno fisico per lui, ha detto, paragonando la sua routine quotidiana alla preparazione di un maratoneta. “Più tempo dedico al disegno, più mi avvicino a quella linea che sto immaginando. Ogni giorno di pratica ti prepara meglio per quel momento.”
I media digitali secondo Terada
È importante che queste immagini nascano in modo naturale. “Non voglio essere schiavo dell’arte, non osservo paesaggi per il gusto di osservare. Il mio desiderio iniziale è sempre quello di creare un mondo che non ho mai visto prima”. Nel corso degli anni, ha utilizzato vari mezzi pittorici come pennarelli a base d’acqua, tempere, brush pen e matite per raggiungere questo obiettivo, prima di passare al digitale: oggi, quasi tutto viene abbozzato su un iPad da 13″. Ciò che apprezza del digitale è sia il senso di velocità che la libertà di disegnare ovunque si trovi.
Ma per Terada, l’arte non riguarda mai il mezzo, la tela. “Non mi interessavano i filtri esclusivi del digitale. È importante che la stessa immagine possa essere creata indipendentemente dal fatto che si disegni in analogico o in digitale. Quando i gadget diventano difficili da usare, torno immediatamente all’analogico. La mia mano destra è il mio strumento più affidabile”.