Cassandre: il maestro della grafica pubblicitaria. Il famoso ideatore dell’iconico logo della Maison Yves Saint Laurent. Adolphe Jean Marie Mouron è il suo nome completo, ma noi lo conosciamo tramite il suo pseudonimo, è stato annoverato tra i primi maestri della grafica pubblicitaria. Lui aveva intrapreso questo mestiere come un mero tramite economico. In quell’epoca se si parlava di “arte” vera si pensava subito alla pittura, mentre invece il mestiere di grafico era visto prettamente come attività commerciale. Fu lui però a rimescolare le carte in tavola, affascinato da manifesti e poster che altro non erano che specie supporti in tela per i grafici. Con lui l’arte iniziò a mostrarsi nelle strade grazie ai cartelloni pubblicitari.

Cassandre
Il maestro della grafica pubblicitaria da giovane.

Cassandre: le sue origini

Adolphe Mouron era figlio di genitori francesi trapiantati in Ucraina. A causa del lavoro del padre dovette trasferirsi molte volte in luoghi diversi, la sua famiglia viaggiava spesso. Il padre era un commerciante e uomo d’affari che lavorava nel settore vinicolo. Quando nel 1915 scoppia la Prima Guerra Mondiale, lui insieme alla madre e ai quattro fratelli si trasferiscono definitivamente a Parigi. Il padre resta in Ucraina con la vana speranza di difendere il proprio ufficio. Con la rivoluzione bolscevica ogni speranza della famiglia di Mouron di rientrare in Ucraina fu spezzata. Una volta terminata la rivoluzione, iniziò la carriera artistica di Mouron e la nascita di Cassandre.

Iniziò i suoi studi presso l’acquerellista e litografo parigino Lucien Simon, specializzandosi poi alla storica accademia di belle arti Académie de la Grande Chaumière. Poi nel 1919 inizia la sua carriera come grafico alla tipografia Hachard & Cie. Il suo intento era quello di risparmiare denaro per dedicarsi poi alla pittura. Con il suo pseudonimo inizialmente firmava le opere pubblicitarie, ma poi troveremo questo nome anche nei circoli e nei libri di storia dell’arte.

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Poster Vintage Dubo Dubon.

Tra percezione e avanguardia

Cassandre attinse a un ampio spettro di riferimenti per forgiare il suo stile unico. A livello concettuale, la sua opera si fondava sulle leggi della percezione visiva elaborate dalla psicologia della Gestalt, in particolare le teorie di Max Wertheimer. Secondo Wertheimer, la percezione umana tende a cogliere le forme come un insieme unitario, piuttosto che come una somma di singoli elementi. Questo principio si riflette nelle sue opere, dove la composizione domina sulla singola linea o dettaglio.

Sul piano formale, fu un attento osservatore della tradizione cartellonistica francese, traendo ispirazione dal maestro Leonetto Cappiello. Il tratto semplice ed essenziale di Cappiello, privo di decorazioni superflue, concentrava l’attenzione sulla figura principale, spesso stagliata su uno sfondo neutro bianco o nero. L’influenza delle avanguardie, in particolare del costruttivismo e del cubismo, è evidente nella tridimensionalità e nella profondità compositiva delle sue opere. Queste correnti artistiche gli fornirono gli strumenti per esplorare nuove geometrie e prospettive, creando immagini dinamiche e innovative.

In sintesi, l’opera di Cassandre si configura come un dialogo tra la scienza della percezione e l’avanguardia artistica. La sua abilità nel tradurre concetti psicologici in forme visive, unita alla sua sensibilità per le nuove tendenze artistiche, lo rese uno dei protagonisti più influenti del graphic design del XX secolo.

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Il suo stile era unico e inconfondibile.

Uno stile inconfondibile

Era una figura eclettica, assorbì le influenze del suo tempo forgiando uno stile unico e riconoscibile. La sua arte si caratterizza per la sintesi, la geometria, i contrasti cromatici decisi e la chiarezza comunicativa. Per lui la grafica pubblicitaria doveva essere fruibile da tutti. “Il poster non è un’opera d’arte per pochi, ma uno strumento commerciale per le masse”, affermava. La chiarezza del messaggio era fondamentale: un “problema tecnico e commerciale” da risolvere con un “linguaggio comprensibile all’uomo comune”.

Le didascalie giocavano un ruolo fondamentale nelle sue opere. Cassandre curava attentamente la scelta del carattere tipografico, la posizione e l’armonia con l’illustrazione. Prediligeva font lapidari e scritte compatte, creando un ritmo equilibrato nella composizione. A soli 25 anni, Cassandre fondò l’agenzia Alliance Graphique e teorizzò l’“arte della strada”. Il cartellone pubblicitario, secondo lui, doveva suscitare un’emozione immediata e un’associazione chiara tra idee, testo e immagine.

Teatro, insegnamento e il logo di Yves Saint Laurent

La sua attività spaziava dalla grafica per aziende alla scenografia teatrale, all’insegnamento di grafica pubblicitaria. Nel 1961, sfidando le convenzioni tipografiche, creò il logo per Yves Saint Laurent: tre iniziali stilizzate in un intreccio dinamico di linee di diverso spessore. Rimane un’icona del graphic design del XX secolo. La sua capacità di coniugare arte e comunicazione ha lasciato un’eredità inestimabile, ancora fonte di ispirazione per i designer di oggi.

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La sua fu una vita molto “movimentata”, segnata da due divorzi che terminò tragicamente con il suo suicidio.

Cassandre: le sue passioni e i contrasti

La sua esistenza stessa come maestro del graphic design, fu un vortice di trasformazioni e svolte inaspettate. La sua carriera subì brusche sterzate, passando dall’abbandono della pubblicità a un ritorno con uno stile rinnovato, meno essenziale e più evocativo. Si dedicò con passione al costume teatrale, affrontò due divorzi, cambiò più volte città e tentò, senza successo, di realizzare un ambizioso progetto per un istituto d’arte internazionale. Egli non era un artista statico.

La sua insofferenza verso la routine lo spingeva a esplorare nuovi territori espressivi. L’abbandono della pubblicità, pur rappresentando una scelta audace, testimoniava la sua esigenza di evolversi e sperimentare. Il ritorno al mondo dei cartelloni con un approccio differente, meno rigoroso e più ricco di suggestioni, evidenziava la sua capacità di reinterpretare il proprio stile. La sua vita si concluse in maniera molto tragica con il suicidio nel 1968, ignaro dei riconoscimenti e delle retrospettive che avrebbero celebrato il suo genio creativo.


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