Il realismo americano è un corrente artistica nata negli Stati Uniti d’America, questo stile di pittura raffigura principalmente dei soggetti durante le loro normali attività giornaliere. Il movimento si è sviluppato da metà del XIX secolo e l’intento degli artisti era quello di riflettere la vita cittadina e la popolazione attraverso uno sguardo semplice, allontanandosi così da tutto ciò che era fantasia.

Uno tra gli artisti più importanti di questo stile è Edward Hopper, della scuola di Ashcan. La sua peculiarità era raffigurare personaggi statici creando nello spettatore un peculiare senso di solitudine.

Chi è Hopper

Nato nel 1982, Edward Hopper è un ragazzino solitario dedito al disegno. Nel 1899 si iscrive al corso per corrispondenza della New York School of Illustrating, l’anno successivo invece frequenta la New York Shool oh Art al fianco di altri giovani artisti come Rockwell Kent e George Bellows.

Hopper conosce così William Merrit Chase e Robert Henri figure importanti per la sua formazione, furono loro a dirigerlo verso il realismo. Non riuscendo a mantenersi con la sua arte, ancora ignorato dai critici, trovò lavoro come grafico pubblicitario alla C. C. Phillips & Company.

realismo americano
Apartment Houses, il primo quadro esposto in una galleria pubblica

Il successo arrivò tardo, i primi apprezzamenti furono per una serie di acquarelli esposti a Gloucester nella galleria di Frank Rehn nel 1924. Nello stesso anno sposò Josephine Verstille Nivinson, ex studentessa della New York Shool of Art, lei divenne l’unica modella per i personaggi femminili di Hopper.

Il primo quadro ad entrare in una galleria pubblica fu Apartment Houses, acquistato dalla Pennsylvania Accademy nel 1925. Il successo fu ottenuto sopratutto con la mostra alla Rehn Gallery che contribuì a fare di Hopper il caposcuola dei realisti che dipingevano la “scena americana”

Hopper e il realismo americano

Lo stile di Hopper si differenzia molto dagli altri esponenti di questa corrente artistica principalmente per la sensazione di solitudine che si percepisce nei suoi quadri.

Analizzando le sue opere si nota come le persone, quando raffigurate, siano spesso sole, mentre quando sono rappresentate in gruppi non stiano mai dialogando, ma fissino il vuoto con sguardo perso. In particolare la rappresentazione così fatta delle persone quando sono in gruppo richiama l’incomunicabilità e un certo disagio.

Hopper non amava essere associato alla solitudine, sosteneva infatti che <<Questa storia della solitudine è esagerata>> palando con l’amico Brian O’Doherty. E ancora alla domanda di O’Doherty <<I tuoi quadri riflettono l’isolamento della vita moderna?>> Hopper risponde: <<Forse sì. O forse no.>> in modo laconico.

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Il famoso quadro di Hopper: Nighthawks

Hopper però, di fatto, rappresentava delle scene tipiche newyorkesi dove si può osservare una vicinanza fisica delle persone ma allo stesso tempo una separazione a volte fisica, a volte solo mentale.

Da un certo punto di vista quello che rappresenta nella sua personale visione del realismo americano è molto attuale. Riesce infatti a rappresentare l’animo umano avanzando quelle domande che tutti quotidianamente si pongono.

Le influenze

Hopper influenzò molti altri artisti con il suo stile, non solo pittori. Infatti è famoso sopratutto per il punto di vista di alcune sue opere: la vista dall’alto “a volo d’uccello” si è imposta di diritto nelle riprese cinematografiche, una fra tutte è l’opera Night Shadows.

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Il quadro di Hopper “House by Railroad” e un inquadratura dal film di Hitchcock Psyco

La famosa casa House by the Railroad è stata scelta da Alfred Hitchcock come esempio della casa nella famosa pellicola Psyco, ma non solo anche la finestra sul cortile ricorda molto lo sguardo del pittore nei suoi quadri dalle finestre.

Mentre Wenders ricrea come in un quadro vivente la tela Nighthawks nel suo film The End of Violence. Wenders spiega di averla scelta perché rappresenta lo spirito del film: una scena apparentemente quieta che nasconde una tensione generale.