Qualche tempo fa vi avevamo raccontato di una collaborazione tra Levi’s e Nike. Oggi invece vogliamo farvi un excursus su quelle che sono state le pubblicità i coniche di questo grande marchio di jeans. Gli spot Levi’s infatti hanno segnato intere generazioni perché hanno saputo raccontare con musica ed immagini quello che era lo spirito delle persone che indossavano i loro capi di abbigliamento. Partiamo dunque dal mito dei famosi 501 e scorriamo la linea del tempo fino ai giorni nostri e vediamo perché questo brand è uno dei più amati proprio grazie alle sue azioni di marketing.

Il mito dei 501 e gli anni ’80

Ora vediamo il primo grande salto nella storia degli spot Levi’s. Siamo nel 1985 e lo spot in questione è intitolato “Launderette”. In questo spot – nel caso in cui non lo abbiate mai visto – un giovane modello (Nick Kamen) entra in una lavanderia a gettoni, si toglie i suoi Levi’s 501 e rimane in boxer mentre la lavatrice gira al ritmo della canzone di Marvin Gaye “I Heard It Through the Grapevine”. 

Fu un caso super eclatante, un manifesto di libertà, sensualità e spavalderia che fece esplodere letteralmente le vendite di questo modello di jeans tanto da farlo diventare iconico nel tempo. Non era semplicemente uno spot, era un caso studio che è stato capace di coniugare musica, immagine e prodotto.

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I 501 sono uno dei modelli più iconici di Levi’s

A questa pubblicità si sono ispirate molte altre, ma Levi’s a continuato a creare icone di stile anche nei successivi anni ’90, gli anni della ribellione della creatività. Come vedremo questi sono stati gli anni d’oro del marchio, anche perché proprio in questi anni il brand fu capace di reinventarsi senza perdere la sua autenticità.

Gli anni ’90: ribellione e creatività

Ci spostiamo ora nel 1994 quando arriva “Creek”, lo spot Levi’s che è riuscito a suscitare scalpore per aver unito in una stessa inquadratura due giovani donne Hamish che osservano con curiosità e ardore un gruppo di uomini che si lavano in un fiume. Tra questi uomini ce n’è uno che indossa i Levi’s Shrink-to-Fit fit che sono poi diventati il simbolo di un’intera epoca di giovani che guardavano al passato senza rinunciare a tutto ciò che faceva parte della propria era contemporanea.

L’anno successivo il marchio affrontò poi in maniera iconica e coraggiosa il tema della sessualità. La campagna si chiamava “Drugstore” e il protagonista era un giovane che entrava in farmacia per comprare dei preservativi. La cosa divertente era che alla fine dello spot il ragazzo finiva a casa della figlia del farmacista. Sapete qual è l’elemento che arreso iconico questo spot? Il fatto che fosse realizzato in bianco e nero con atmosfere cinematografiche classiche. Questo espediente aiuto il marchio a consolidare la propria immagine come sinonimo di audace anticonformismo.

Per finire gli anni ’90, non possiamo non citare lo spot del 1999 “Flat Eric”, dove un pupazzo giallo è diventato protagonista di una serie di pubblicità accompagnate dalla musica elettronica di Mr Oizo. Flat Eric è diventato subito un’icona pop, dimostrando che gli spot Levi’s sapevano parlare al giovane pubblico utilizzando dei linguaggi che non erano assolutamente convenzionali ma volutamente surreali (un po’ come oggi fanno i contenuti Brainrot.

Spot Levi’s dal 2000 in poi: tra lifestyle e narrazione

Superati gli anni ’90, Levi’s decise di spostare il proprio focus su campagne più ampie. Nel 2009 arriva infatti “Go Forth” Dove al centro della campagna c’è la libertà e l’impegno civile. Si utilizzano infatti i messaggi poetici e visivamente intensi per invitare tutti coloro che indossano un paio di jeans Levi’s a credere di più in se stessi e nel futuro.

E sempre in linea con i movimenti sociali del periodo, nel 2014 arriva una campagna che racconta storie reali di persone comuni. Si chiama “Live in Levi’s” ed è la campagna pubblicitaria che arreso gli SpotlightService più intimi e meno provocatori. Il jeans viene visto ora come un compagno fedele nell’esperienza di tutti i giorni, più che è un capo da indossare per fare tendenza o esperienze alternative.

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Ecco la campagna per i 150 anni del Levi’s 501

E oggi? L’ultima delle campagne più belle realizzate dal brand è del 2023, anno in cui il marchio a celebrato i 600 cinquant’anni del modello 501 con “The Greatest Story Ever Worn”. Qui sono stati realizzati una serie di cortometraggi che raccontavano storie vere legate ai jeans. Una delle più inusuali è quella del ragazzo che ha deciso di farsi seppellire con i suoi Levi’s, ma anche quella della comunità che gli utilizzava come simbolo di appartenenza ha colpito molto tutti coloro che amano il brand e lo seguono da tempo.

Perché gli spot Levi’s sono così iconici

Ma perché gli spot Levi’s sono così iconici? Come è riuscito questo marchio a trasformare un capo d’abbigliamento non simbolo culturale? La risposta sta nel contenuto stesso. Ogni pubblicità infatti è molto di più di una semplice promozione. Levi’s è uno dei casi più lampanti di come lo Storytelling possa aiutare a creare nelle persone un senso di libertà, ribellione e appartenenza.

La scelta di colonne sonore memorabili, così come il montaggio di sceneggiature cinematografiche con immagini forti, hanno aiutato a creare una corrente sociale. Gli spot parlano di Levi’s, ma parlano anche soprattutto della società che si riflette nel brand e nella sua storia. Quando un utente si vede specchiato in qualcosa e sicuramente connesso con essa e vuole farne parte: ecco perché il brand dei 501 è riuscito in un’impresa che in molti hanno fallito.


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