Abbiamo già parlato di questo artista in una mostra che la visto protagonista a Ferrara insieme a Giovanni Boldini. Oggi però vi raccontiamo di una nuova esposizione che è stata inaugurata lo scorso 8 ottobre e perdurerà a Roma a Palazzo Bonaparte fino al prossimo 8 marzo. L’obiettivo dell’esposizione è mostrare come Alphonse Mucha sia stato il principe della grafica creando opere belle ed eleganti che vanno oltre il tempo. Una celebrazione dell’Art Nouveau che vuole mostrare come questo movimento sia stato un avere propria riflessione su come il visual possa incarnare idee e comunicazione.
Alphonse Mucha protagonista a Roma: quando e dove
Dopo l’esposizione di Ferrara ecco che il maestro dell’arte pubblicitaria membro onorario dell’Art Nouveau arriva a Roma a Palazzo Bonaparte. “Alphonse Mucha. Un trionfo di Bellezza e Seduzione” è un’esposizione che vede protagoniste 150 opere dell’artista donate in prestito dal Mucha Meuseum di Praga.
Un percorso che attraversa manifesti, disegni, oggetti decorativi e arredamenti mirando ad evocare l’atmosfera della Belle Epoque in modo da far dialogare la visione dell’artista con la sensibilità contemporanea. Tra le opere presenti a Roma ci saranno la celebre Gismonda, i manifesti del teatro e la serie “The Stars” del 1902.

Non solo, in esposizione gli avventori troveranno anche gli studi ornamentali e decorativi che avranno come scopo quello di mostrare come Mucha vivesse la grafica oltre la comunicazione, come vera e propria arte applicata. Altro elemento che catturerà l’attenzione degli spettatori sarà la presenza della Venere di Botticelli, un prestito eccezionale dai Musei Reali di Torino. Un’opera che genererà un confronto tra l’estetica rinascimentale e la visione decorativa del novecento. La Venere infatti è stata protagonista di un’altra mostra dedicata a Mucha che si è tenuta a Torino fino allo scorso 28 settembre. Prima di fare rientro alla base, sarà parte integrante anche dell’esposizione romana.
Quando arte e pubblicità si incontrano
La mostra romana di Alphonse Mucha è un’opportunità unica per tutti coloro che vogliono implementare le proprie conoscenze anche in ambito di disegno in comunicazione. La sua arte infatti ha saputo coniugare il fascino estetico con la forza comunicativa creando delle composizioni capaci di catturare l’attenzione con grazia e dettaglio.
A Roma si è voluto mostrare il maestro dell’Art Nouveau con la sua visione di manifesto oltre il mero annuncio. Secondo lui la grafica non doveva restare confinata al foglio, doveva entrare negli spazi quotidiani, nelle insegne, nei packaging e nei manifesti di Teatro. Un’idea che ancora oggi è molto forte nel settore del design contemporaneo, dove ogni dettaglio visivo aiuta a distinguere ed è un’occasione per esprimere un’identità estetica coerente.

Visitare questa esposizione significa dunque incontrarsi con figure femminili, linee eleganti, motivi ornamentali e composizioni che fondono figure sfondo. Un concept che per chi lavora nel mondo della grafica visiva e contemporaneo, quindi la mostra di Mucha è un’occasione per gli ha detti ai lavori per imparare da un maestro ad unire estetica e significato con ritmo e semplicità.
Roma: la cornice perfetta
Facciamo ora una piccola digressione e vediamo perché Roma è la cornice perfetta per parlare di artisti come Alphonse Moccia. Roma è una città che vive di stratificazioni artistiche e visive e il Palazzo Bonaparte in particolare è una delle opere architettoniche del centro che meglio riesce a creare un dialogo tra passato e presente.
I visitatori della mostra non si limiteranno dunque a guardare le opere ma verranno completamente immersi in un’atmosfera che richiama un’epoca fatta di estetica, sperimentazione visiva e tanta, tanta bellezza decorativa. Roma permette dunque ad artisti come Mucha di rinascere non soltanto come figura storica, ma anche di imporsi come fonte contemporanea di ispirazione. Questo perché la sua sensibilità è molto simile a quella degli artisti contemporanei che vogliono fare arte attraverso forme che sembrano nate per durare nel tempo.

Ogni sala del palazzo sarà un’occasione per riscoprire il valore del dettaglio, della linea ben tracciata, ma soprattutto del racconto visivo che va oltre l’effimero. Inoltre, affacciandosi alla finestra, lo spettatore avrà modo di carpire quanto la storia di Roma sia anch’essa qualcosa che va oltre e rimane perfetta nei secoli dei secoli.